LA SOLUZIONE
C’è la sede del Ramadan, ma a Cardano
Gli islamici pregano a Cardano. Jabbar: mese sacro salvo
«Abbiamo firmato il contratto, il mese sacro del Ramadan è salvo». Tira un grande sospiro di sollievo il presidente della Comunità islamica di Gallarate, Abdul Jabbar. L’appuntamento decisivo è appena terminato e l’esito, una volta per tutte, è positivo: «Andiamo al campo sportivo Le Biolle di Cardano al Campo».
E qui la gioia lascia spazio a un filo di delusione. L’ipotesi di Cardano era nell’aria, ma non era certo di quelle viste con più positività dai musulmani gallaratesi. «Fino all’ultimo abbiamo sperato che si potesse trovare un terreno a Gallarate, ma non è stato possibile». Anche l’apertura all’ultimo del prevosto della città dei Due Galli, monsignor Ivano Valagussa, è rimasta una proposta a voce. «Anche noi abbiamo letto con grande emozione la notizia sui giornali», rivela Jabbar. «Non sapevamo nulla e nel leggere quelle dichiarazioni ci aspettavamo di ricevere una chiamata ufficiale». Ma il telefono, assicura, non è mai squillato. «Ci saranno stati problemi nel trovare gli accordi giusti. Noi non potevamo aspettare e a Cardano abbiamo un centro sportivo come quello di via Montenero allo Sciarè. Ci sono anche 200 posti auto che aiutano sicuramente nell’organizzazione dell’arrivo dei fedeli».
Niente da fare dunque per le opposizioni gallaratesi che fino all’ultimo avevano sperato di portare in consiglio comunale la mozione per l’area di preghiera del Ramadan. Deluso il capogruppo Pd, Giovanni Pignataro, soprattutto del comportamento adottato in conferenza dei capigruppo da Forza Italia, il cui pensiero di iniziale apertura è diventato «perfettamente in linea con la Lega Nord. Forse l’urbanistica e l’assessorato sono troppo importanti per concentrarsi su altro e tutte le energie e gli sforzi vanno in quella direzione». Secondo il politico di centrosinistra, quindi, i berlusconiani avrebbero fatto un passo indietro per avere più possibilità di avere l’assessorato ora nelle deleghe del sindaco dopo le dimissioni di Orietta Liccati.
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