ESTATE IN CITTÀ
Cena fuori in agosto? Si può fare
L’85% degli esercizi non chiude per le vacanze. De Fino (Confesercenti): «Garantiamo un servizio a chi resta e ai turisti in aumento»
Niente saracinesche abbassate in centro a Varese nelle prossime settimane. O meglio, se magari sarà più difficile fare shopping, di sicuro non si avranno problemi a mangiar fuori la sera, bere qualcosa di fresco o assaporare un gelato. Sì, perché l’85 per cento dei pubblici esercizi legati alla ristorazione resterà aperto. E non si tratta di una questione di “semplice” recupero del fatturato per fronteggiare la crisi, quanto, piuttosto, di una vera e propria strategia imprenditoriale. Perché - seppure a fronte di un inevitabile calo dei consumi che non ha risparmiato in questi anni neppure questo settore - oggi la ristorazione varesina non conosce crisi. Anzi, è l’unico che funziona e su cui si può scommettere.
A tal punto che aumentano sempre di più i giovani ma anche persone che si trovano in mobilità a causa di riorganizzazioni aziendali, che decidono di investire il denaro in loro possesso e di tentare questa avventura. «E sono gli unici che ce la fanno - spiega Rosita De Fino, direttore di Confesercenti Varese - Le nuove aperture nel settore della ristorazione resistono, a differenza invece di quanto accade, ad esempio, nell’abbigliamento o negli accessori. Purtroppo lì la vita media di un negozio difficilmente supera i tre anni».
Il food&beverage, dunque funziona. E allora, al lavoro anche in agosto, soprattutto per accogliere i turisti - molti stranieri - che hanno scelto il Varesotto come meta delle loro vacanze . «I ristoratori hanno ben capito - spiega De Fino - che anche se molti varesini partono per le vacanze, la città non si svuota per la presenza dei turisti che sempre più fanno tappa nel capoluogo. Presentare dunque una città viva, in grado di offrire servizi, è fondamentale per poter mantenere questa onda lunga positiva iniziata con Expo». Ovviamente il pienone si registra la sera, con alcuni locali che riescono ad arrivare addirittura al terzo giro di occupazione dei tavoli.
Un trend positivo, dunque, che - con qualche sorpresa - si registra in misura minore sulla sponda varesina del lago Maggiore. Ad Angera, Laveno e Luino, le tre storiche località turistiche di lago, non mancano le difficoltà. «È cambiato il modo di fare vacanza - sottolinea De Fino - e oggi si preferisce l’entroterra (soprattutto l’agriturismo ndr) al soggiorno e alla cena sul lago. Non solo. Spesso i turisti stranieri preferiscono una colazione abbondante e un pasto frugale e la sera rientrano nelle strutture di alloggio». Un trend che preoccupa soprattutto gli esercenti della zona del Luinese che si sono già rimboccati le maniche per mettere in campo nuovi progetti per attrarre soprattutto ospiti dalla Svizzera.
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