LAVENO
Ceramica, la mostra che ripercorre un’epoca
La fotografia per non dimenticare la grande epopea della ceramica di Laveno, un pezzo di storia della nostra società che ritorna in vita grazie alle immagini scattate da Alessandra Battaggi nel 2000, prima che gli edifici della Ceramica Lago fossero demoliti.
Un reportage nella memoria, in mostra a Laveno, all’Hotel de Charme, dal 3 sino al 25 giugno, con quindici scatti di grande formato, 40x60, realizzati a colori dalla fotografa varesina con il banco ottico assieme a Giacomo Vanetti, e «in solitaria» con la reflex 24x36, in bianco e nero. Le stampe, fine art, sono realizzate da Roberto Caielli di Varese.
Le immagini raccontano la grande fabbrica in disarmo dal 1982, anno della definitiva chiusura della Ceramica Lago dedicata allora alla produzione di sanitari, e i vasti capannoni dove un tempo lavoravano decine di operai mostrano ancora un fascino antico nonostante il degrado e la presenza di lavabo, bidet e water abbandonati in pezzi e perfino lo scheletro di un’automobile arrivato lì chissà come.
«Amo la fotografia di architettura e l’archeologia industriale, volevo lasciare una traccia di una manifattura che ha segnato la vita dei lavenesi per oltre un secolo. Qui quasi ogni famiglia aveva un componente assunto in fabbrica, tra gli operai e i decoratori, esisteva anche una scuola di pittura per la ceramica e una colonia estiva a Marina di Pietrasanta per i figli dei dipendenti», spiega Alessandra Battaggi, che ha partecipato all’ultimo Photo Festival di Milano con la mostra «Sculture disarmanti», allestita a palazzo Turati con le fotografie scattate durante un lungo soggiorno in Mozambico.
«Gli artisti locali hanno trasformato in sculture strumenti di morte come fucili, bazooka e proiettili, a rappresentare la voglia di pace del Paese, e le mie fotografie testimoniano questa positiva evoluzione». Alessandra Battaggi predilige il reportage di taglio sociale: «Mi piace raccontare storie di persone e di luoghi, per me la fotografia è un mezzo per conoscere e dialogare con la gente. Ora penso a una serie di scatti dedicati agli alberi e alla montagna, mi altra passione assieme ai viaggi. Ho incominciato fotografando Castore, una delle cime del monte Rosa, utilizzando vecchie diapositive in bianco e nero. Per me il digitale è ancora lontano».
A Laveno, in via De Angeli 46, ingresso libero, per informazioni 0332.6673713, oppure www.laveno-hotel.com.
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