IL GIALLO
Chi ha ucciso la maestrina?
Un libro riapre il caso del delitto di Angelica Pozzi, avvenuto nel 1931. E c’è chi sostiene di conoscere il killer
Non sarà la semplice presentazione di un libro quella in programma domani, 23 aprile, alle 16 all’interno dell’istituto Don Guanella di Caidate. Perché la prima presentazione di “Chi ha ucciso la maestrina di Menzago?”, avvenuta lo scorso 23 settembre ad Albizzate alla presenza dell’autrice Giusy Tamborini, fu segnata da un’incredibile fuoriprogramma. «So io chi è stato», gridò un uomo alzandosi in piedi, con tale impeto che il vicesindaco Eliana Brusa fu costretta ad accompagnarlo fuori dalla porta per calmarlo. L’uomo, intervenuto prepotentemente al dibattito, sosteneva di sapere chi fosse l’assassino in quanto una sua prozia ormai defunta gli aveva detto che su un quotidiano svizzero di Lugano un tizio chiedeva scusa per questo omicidio perpetrato da un suo familiare. Pretendeva oltretutto che Brusa andasse con lui dai carabinieri per denunciare tutto quanto, esattamente ottantasei anni dopo il macabro ritrovamento del corpo di Angelica Pozzi. Conosciuta da tutti come “la maestrina”, la giovane vittima venne infatti uccisa il 4 maggio del 1931 a Menzago, sulla strada che da Albizzate porta a Sumirago, in prossimità di un ponte, nelle vicinanze del laghetto del Parco Lattanzi, che da allora è stato ribattezzato nel lessico popolare - e ancora gli abitanti del posto lo chiamano così – il Ponte della Maestrina. In quel punto c’era anche una vecchia croce, corrosa dal tempo e poi tolta. Fu un delitto insoluto, una storia mai dimenticata (come dimostra l’incredibile rivelazione dello scorso settembre) che la scrittrice di Mornago ha racchiuso in un libro dopo una lunga fase di ricerca storica.
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