LA PROVVIDENZA
Chi sapeva non impediva
Il pm modifica i capi d’imputazione nei confronti dei dipendenti della casa di riposo: oltre ai maltrattamenti anche l’omesso impedimento
Decine e decine di video per provare una sola tesi. All’inizio del 2014 nella casa di riposo “La Provvidenza” i nove operatori oggi a processo con l’accusa di maltrattamenti non si comportavano bene con gli anziani ospiti, e nessuno impediva loro di farlo. Così ieri dopo una lunga udienza il pm Nadia Calcaterra, titolare dell’inchiesta che vede imputati i dipendenti della Rsa di via San Giovanni Bosco, ha chiesto di modificare il capo d’imputazione contestando anche l’omesso impedimento.
La svolta al termine di una lunga udienza che è servita sostanzialmente per visionare i video registrati dalla telecamera nascosta che i carabinieri avevano installato nella stanza 12 del padiglione Tettamanti, dove era ricoverata la madre della donna che per prima ha denunciato i maltrattamenti. La qualità delle registrazioni è tutt’altro che buona, spesso i file video risultano leggibili ma per l’audio è necessario fare riferimento ai brogliacci che erano stati a suo tempo redatti dal maresciallo dei carabinieri cui era stato affidata l’indagine. Anche ieri, come già avvenuto in occasione dell’udienza di tre settimane prima, le immagini hanno raccontato una serie di soprusi: l’operatrice arrivava di notte e cambiava il pannolone ma non le lenzuola che per logica avrebbero dovuto essere bagnate, i cuscini erano sistemati in modo brusco, anche nel pettinare le pazienti le operatrici non si mostravano molto delicate. Il tutto condito da insulti e parolacce, rivolte direttamente a chi per cercare di attirare l’attenzione non poteva fare altro che accendere e spegnere la luce sopra il letto, perché come testimoniato dal maresciallo «i pulsanti per chiedere assistenza erano stati posizionati dietro la testata, e quindi risultavano irraggiungibili». I video erano stati girati tutti tra gennaio e marzo 2014, anche La Provvidenza ha tutto l’interesse ad accertare se i suoi operatori abbiano davvero maltrattato gli ospiti, tanto che nel processo la Rsa si è costituita parte civile. La tesi dell’accusa è ora che i comportamenti che i nove imputati tenevano nei confronti delle anziane fossero tutti più o meno in linea, secondo quanto testimoniato dal militare durante le intercettazioni mai uno che avesse ripreso il collega perché si stava comportando male. Da qui la decisione di Calcaterra di modificare il capo d’imputazione, contestando anche l’omesso impedimento del reato di maltrattamento che il collega stava commettendo. Prossima udienza a marzo 2018.
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