MAI A BUSTO
«Ci hanno abbandonati»
Borsanesi trascurati: per noi niente cestini e fiori, solo degrado
Trascurati? «Piuttosto, abbandonati». Gli abitanti di Borsano non apprezzano le mezze misure. Questione di abitudine. La lontananza che avvertono dal centro di Busto Arsizio, città alla quale sono legati per forza e ragione amministrativa ma dalla quale pure mantengono le distanze affettive e identitarie tipiche di chi novant’anni fa faceva comune a sé, esacerba gli animi un’estate torrida, dal punto di vista del meteo come della politica.
Le clienti più longeve dell’edicola di via della Ricordanza aggrottano le sopracciglia al pensiero di non piangere i propri morti nel cimitero del paese: «L’argomento è molto sentito. In particolare dagli anziani. Prima la faccenda dell’aumento del canone di concessione delle tombe. Ora quella di finire tumulati al cimitero di Busto per mancanza di spazio. Non vogliono ampliare gli spazi qui a Borsano. Però vogliono mantenere l’inceneritore di Accam perché conviene. A Busto conviene. Non a Borsano», afferma Armando De Luca, titolare dell’edicola insieme alla sorella, che sposa appeno la linea del comitato di quartiere, che di recente ha denunciato con clamore il mancato ampliamento del cimitero e l’eventualità di portare i morti a Busto: «Tanto pensano al centro di Busto, quanto poco a Borsano e alle altre periferie. Là hanno sostituito i vecchi cestini. Li avessero portati qua. Ci saremmo accontentati di quelli vecchi perché qua di cestini non c’è l’ombra. Uno l’ho recuperato io e piazzato davanti al negozio, di mia iniziativa. Allo stesso modo ho piantato una trentina di girasoli nelle aiuole della via, così come altri hanno fatto con un altro genere di arbusti. Solo per migliorare il decoro. Rischiando. Perché potrebbero farmi la multa da un giorno all’altro. Ma cosa dobbiamo fare? Campa cavallo se aspettiamo».
Ad attendere quindici giorni per vedere passare i netturbini perché sgomberassero dei sacchi dell’immondizia indebitamente abbandonati accanto alla casetta dell’acqua, settimana scorsa, è stato Giuseppe Tarantino, titolare della ferramenta, uno dei soli due negozi rimasti in piazza Toselli. La vista della piazza ricavata da un crocicchio rende superfluo ogni ulteriore commento, ma Tarantino mostra lo stesso il cornicione di granito della sua vetrina, rotto da chissà quale manovra notturna dei molesti frequentatori di quel perpetuo crocicchio: «In questa piazza sono stati malamente buttati tanti di quei soldi che ogni intervento è peggiore del precedente. In quanto a quei sacchi della spazzatura, dopo quindici giorni di un fetore che si lascia immaginare, con questo caldo, i netturbini sono passati, ma hanno svuotato il cestino e quelli li hanno lasciati dov’erano. Ho dovuto telefonare a un tizio, che ha chiamato in Comune perché il giorno dopo tornassero a portarseli via. Questa è Borsano».
Poco più in là, in via Cantoni, Tarantino mostra il perimetro transennato di una casa pericolante e messa in sicurezza. È piena di sterpaglia: «Sa quand’è l’ultima volta che l’hanno pulita? L’anno scorso in primavera, durante le elezioni. Ecco, già gli ultimi due candidati che sono venuti qua in cerca di voti li ho accolti con modi bruschi, ma ai prossimi andrà peggio. Perché dopo che i voti pochi o tanti li hanno presi, non si fanno più vedere».
© Riproduzione Riservata