IN BRERA
I "padri" dei capolavori
"Il primato del disegno", in mostra gli schizzi preparatori di grandi opere, dai primitivi a Modigliani
La scuola del mondo: così Benvenuto Cellini, nel Cinquecento, parlava dei disegni preparatori di Leonardo e Michelangelo per le battaglie di Anghiari e Cascina che i due «rivali» dovevano dipingere, a gara, nella Sala del Maggior Consiglio in Palazzo Vecchio a Firenze. E gli faceva eco Lorenzo Vasari, che nelle sue «Vite di artisti» dava al disegno la medaglia d’oro come padre di tutte le arti. Ecco che al primato del disegno la Pinacoteca di Brera dedica una bellissima mostra, ponendo a confronto lavori su carta con le corrispondenti opere su tela o tavola, svelando così il poetico rapporto tra la fasi di studio e preparazione e la stesura finale. Brera possiede infatti un importante nucleo di circa mille disegni, pochissimo noto, appartenuto un tempo all’Accademia di Belle Arti dove venivano utilizzati per la formazione degli studenti.
Il desiderio di mostrarlo ha spinto a organizzare questa mostra, frutto di due anni di ricerche e arricchita da prestigiosi prestiti. È come entrare nelle botteghe degli artisti e carpirne i segreti tramandati di padre in figlio (come nel caso dei bellissimi disegni dei Bellini) o dal maestro agli allievi; e magari, davanti al disegno della testa di Massimiliano Sforza dall’Ambrosiana, utilizzato per la Pala Sforzesca di Brera, immaginare di sorprendere l’artista all’opera, polvere di carbone alla mano e davanti il cartone bucherellato pronto per lo spolvero. Da Oxford arriva l’unico disegno che si conosca realizzato da Raffaello per lo «Sposalizio della Vergine». Dagli Uffizi è uscito un «Compianto» su carta affollatissimo, talmente bello da essere paragonabile a una delle sue numerose «Pietà». Mentre un piccolo disegno dalla Pinacoteca Tosio Martinengo di Brescia, svela gli studi di Mantegna per il «Cristo morto». Non mancano gli schizzi fittamente annotati di Canaletto, che accostati alla tela ci rivelano il metodo di lavoro del vedutista veneziano. Il gigantesco cartone di Appiani e i fogli di Hayez per il suo romantico «Bacio» introducono alla modernità, con altrettanto puntuali raffronti, dalle bottiglie di Morandi alle figure femminili di Giacometti che prendono vita con pochissimi tratti verticali, per essere poi tradotte in altrettanto eteree sculture. Un percorso fondamentale per capire il valore del disegno come strumento di sperimentazione da parte degli artisti. Peccato solo la mancanza di spazi adeguati per dare il respiro dovuto alle opere e per mettere direttamente a confronto il disegno con il lavoro finito, senza obbligare il visitatore a una caccia all’opera nelle sale della Pinacoteca. Utilissimo risulta quindi il catalogo (Skira) non solo per i saggi ma soprattutto per le schede, che accostano disegno e dipinto, agevolando il raffronto.
«Il Primato del disegno. Dai Primitivi a Modigliani» - Milano, Pinacoteca di Brera, fino al 19 luglio da martedì a domenica ore 8.30-19.15, info 02.72263259.
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