SULLE STRADE
Ciclisti più sicuri, disegno di legge varesino
Dopo la tragica morte di Michele Scarponi, parte dalla città giardino una serie di proposte per ridurre i pericoli
La tragedia di Michele Scarponi ha sollevato nuovamente il problema irrisolto della sicurezza dei ciclisti in Italia. D’altronde chi è in bici tutti i giorni conosce la prepotenza dei mezzi a motore con piste ciclabili usate come parcheggi, precedenze non concesse e sorpassi a filo di manubrio. Risultato: gli ultimi dati a disposizione, quelli del 2015, contano 251 morti e 16mila feriti in incidenti stradali che coinvolgono le due ruote. Ora, forse, qualcosa si sta muovendo con un disegno di legge o addirittura un provvedimento del governo avanzato pronto a entrare in vigore e suggerito proprio dal Varesotto, da Sergio Gianoli: «Si tratta – afferma il decano dei giornalisti del ciclismo varesino – dell’introduzione di un obbligo di 1,5 metri di distanza fra chi sorpassa in auto e i ciclisti. Un’altra mia idea, ma più difficile da realizzare, è quella di chiudere, al sabato o alla domenica, dei tratti di strada al traffico veicolare per dedicarlo ai ciclisti. Mi riferisco al Brinzio, al Cuvignone o altre zone poco trafficate. Si può pensare di destinarle alle bici qualche volta l’anno, così che si possa pedalare in totale sicurezza. Ci vantiamo delle piste ciclabili e, per carità, ben vengano, ma si tratta di tracciati pedonali, ideali per le famiglie, non per gli amatori o per chi pedala abitualmente».
Lo scontro coi veicoli è la prima causa di morte sui pedali: «Quando ho saputo del povero Scarponi – Alessandro Locatelli, pedalatore, organizzatore e presidente di newsciclismo.com – mi sono venute in mente tutte le volte in cui, uscendo in bici, ho rischiato la vita. Se è vero che i ciclisti potrebbero sembrare indisciplinati, è più vero che gli automobilisti non hanno la minima pazienza nell’aspettare il sorpasso. Invece, oltre a essere prevenuti nei confronti delle due ruote, tanto da suonare e insultare pure quando i ciclisti sono uno accanto all’altro, ma rimanendo nella corsia d’emergenza, come sulla provinciale del lago di Varese, sempre più persone che guidano sono distratte dai telefonini». Eppure ormai si vendono più bici che auto e, con 4 milioni di pedalatori in Italia, forse servirebbe maggiore tutela per la categoria: «Abbiamo avviato un discorso con Ciclocittà – dice Daniele Zanzi, vicesindaco di Varese – per rendere più sicuri i percorsi ciclabili in città con la segnaletica, eliminando le barriere e aumentando le corsie preferenziali. Sarà un discorso lungo, affrontabile a partire dalla realizzazione della ciclabile che scenderà al lago. Parallelamente, bisognerà avviare un percorso di maggiore cultura dei ciclisti, perché non è possibile che stiano in mezzo alla strada con le cuffiette. Le cattive abitudini vanno eliminate».
© Riproduzione Riservata