ATLETICA
Cinque Mulini fabbrica di star
Sale l’attesa per il cross di San Vittore Olona, da sempre territorio di conquista di grandi campioni: i pronostici sono tutti per l’Africa
Chi saranno il re e la regina della Cinque Mulini? Sui nomi non ci sono certezze, ma sulla qualità non esistono dubbi. Chi vince a San Vittore ha scritto, scrive o scriverà pagine indimenticabili nella storia dell’atletica leggera mondiale.
Per confermare tale tesi non è necessario spingersi alle edizioni dei tempi che furono, mascherando con il blasone i budget ora meno elevati. Basta andare all’anno scorso, quando tra i mulini s’impose una keniana minuta di fisico ma determinata di carattere. Nelle interviste di dodici mesi fa affermava con umiltà: «Spero di andare ai Giochi». Bene, d’estate quel sogno si è realizzato. Faith Kipyegon non solo ha preso l’aereo per Rio ma ha pure battuto “sua maestà” la primatista del mondo Genzebe Dibaba, vincendo l’oro olimpico nei 1.500.
Storie di sport, storie di Cinque Mulini. Ciò a dimostrare il fiuto di chi da 85 anni organizza la corsa definita dall’indimenticata Grete Waitz: «Il cross più bello del mondo».
L’Unione Sportiva San Vittore Olona del presidente Pinuccio Gallo Stampino è sempre lì a ricordare che lo sport, quello vero, è fatto di fango, fatica e sudore. E sarà ancora così, nonostante la crisi, nonostante la non agevolissima collocazione in calendario con la gara di Elgoibar (in Spagna) a fare concorrenza e con gli italiani (quel che resta) stretti in tre appuntamenti clou nel giro di meno di venti giorni (Campaccio - Villa Lagarina - Cinque Mulini). Niente di male, si va in campo e si combatte. Domenica è il giorno della verità con collegamento in diretta tv su RaiSport 1 dalle 14.35 alle 16.
La sfida per il podio sarà tutta africana e c’è davvero un cast da intenditori. Manca il nome pesante, il big, ma sono della partita alcuni tra i migliori prospetti mondiali del mezzofondo. Da non stupirsi se fra tre anni si prenderanno qualche medaglia olimpica. Il top è l’iridato Under 20 dei 10mila metri, un etiope che all’anagrafe deve ancora compiere 17 anni e risponde al nome di Solomon Barega. Dietro di lui (ma non è detto che alla Cinque Mulini le gerarchie vengano rispettate) una muta di giovani africani. Tutti molto bravi. Per l’Italia i migliori del momento cioè Yemaneberan Crippa (origine Etiopia), Eyob Faniel Ghebrehiwet (origine Eritrea) - finiti nell’ordine al Campaccio dopo che il poliziotto ha tentato l’aggancio al plotone monstre che ha portato alla vittoria di Muktar Edris - e Yoannes Chiappinelli, pure lui da tenere d’occhio.
Tra le donne comanda sempre la linea verde con la campionessa mondiale Under 20 dei 3000, l’etiope Beyenu Degefa, prima il 27 novembre in un cross Eaa in Francia, e Kalkidan Fentie (iridata under 20 sui 5000), al suo esordio sul continente.
Corsa da vedere, nella quale rientra Elena Romagnolo dopo la maternità, affezionata alla Cinque Mulini.
Tra futuri re e regine africani manca però la principessa varesina del mezzofondo. Silvia Oggioni è appena rientrata dopo lo stop obbligato per il guaio al ginocchio uscito prima della BoClassic di Bolzano del 31 dicembre. L’azzurra, fiore all’occhiello del college dell’Insubria, dopo il Campaccio deve rinunciare anche alla Cinque Mulini.
Per Silvia, però, arriva un’altra grande notizia: verrà inserita proprio in questi giorni nel gruppo élite della Nazionale, unica under 23 del mezzofondo, con mirino già puntato sulle Olimpiadi 2020.
Quello che adesso pare un sogno impossibile, potrebbe diventare realtà seguendo le orme (per lo meno in quanto a umiltà) di Faith Kipyegon. Chi ha visto in questi giorni la Oggioni tirare al massimo in bicicletta sulle salite del Sacro Monte avrà capito che per fare una campionessa servono polmoni e gambe ma soprattutto cervello e determinazione. Cosa che non difetterà a coloro che domenica si metteranno in fila allo start del Trofeo Unet, come è stata ribattezzata la gara dei big in onore dello sponsor. E l’avventura continua.
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