EX MAJNO
Concussione: Caianiello condannato
Tre anni a lui e all’architetto Piermichele Miano. Soddisfatti gli accusatori, la difesa annuncia il ricorso in Cassazione
L’udienza era fissata alle 9, ma è slittata a mezzogiorno. Poi ha preso fuoco il registratore, altra mezz’ora d’attesa. «Sono i poteri di Nino», hanno scherzato in aula per stemperare la tensione, «ho ben altri poteri», ha ironizzato Caianiello. Intorno alle 15.30 i giudici della quarta sezione della corte d’appello sono usciti dalla camera di consiglio con una sentenza che ha spento il sorriso agli imputati: l’ex leader di Forza Italia e l’architetto Pier Michele Miano sono stati condannati a tre anni per concussione. Sono cadute solo le pene accessorie, quindi l’interdizione ai pubblici uffici, che non è poca cosa per chi lavora con le amministrazioni e per chi vive di politica. Ma la vicenda dell’ex Maino e delle tangenti pagate per costruire un supermercato è ancora tutta rivedere. «Torneremo in cassazione», annunciano gli avvocati Stefano Besani e Cesare Cicorella. Si scioglie in lacrime di felicità il grande accusatore, l’immobiliarista Leonida Paggiaro difeso dall’avvocato Pietro Romano. Il quale commenta: «La soddisfazione è massima».
«Il risultato non mi entusiasma», ammette invece a caldo Caianiello. Misurando le parole perché, a suo avviso, «come mi hanno insegnato»: «Le sentenze non si commentano». Nello stesso tempo, però, si dichiara «parzialmente soddisfatto» perché gli è stata tolta l’interdizione dai pubblici uffici. E ciò, legge Severino permettendo, gli potrebbe consentire di candidarsi anche domani. «Ma non lo farò», scherza.
Il vero motivo della sua amarezza è un altro. Facile da comprendere mettendosi nei panni di un uomo che da quasi quindici anni si trova ad affrontare, «un calvario» che non ha ancora conosciuto la sua puntata finale. «Mi armo di tanta pazienza - si consola - convinto che se avessi commesso un omicidio e fossi stato condannato a quest’ora, probabilmente, avrei già terminato il mio calvario. Così. invece, dovrò attendere ancora». Mai arrendersi, però: «Aspetto con fiducia il verdetto della Cassazione».
Altri servizi sulla Prealpina di sabato 1° aprile
© Riproduzione Riservata