SICUREZZA
Controllo di vicinato subito beffato
Dopo la posa del cartello, razzia al bar di fronte. «Castellanza sbaglia tutto»
Appena dopo la posta del cartello, la spaccata. «Se non c’è l’adesione del 60 per cento dei residenti, il controllo di vicinato non serve a nulla». Parola del referente dell’Altomilanese dell’associazione CdV Walter Valsecchi, che cita l’esempio del furto avvenuto nel bar-tabaccheria di via Venezia pochi giorni dopo avere piazzato i cartelli gialli che indicano l’area sorvegliata dai residenti: paradossale? «No, semplicemente è la prova che mettere i cartelli non serve se non c’è adesione».
Valsecchi contesta al Comune di non avere seguito le regole: «I cartelli vanno messi dopo avere convocato un’assemblea per raccogliere almeno il 60 per cento di adesioni della zona da coprire e avere individuato un referente per ogni strada da istruire e preparare. A Castellanza, invece, questo non è stato fatto: senza contare che hanno parlato del controllo di vicinato in un’assemblea sulla viabilità». L’invito è a seguire l’esempio di Olgiate, che sul CdV ha fatto scuola con 500 famiglie aderenti, di Busto e Gallarate: «Qui ogni passaggio e regola sono stati seguiti alla perfezione ed è per questo che il CdV va bene. A Castellanza non funzionerà». Per nulla convinto il comandante della polizia locale Francesco Nicastro: «Spiace che lo spirito dell’iniziativa venga scoraggiato in questo modo», replica senza toni polemici. «Stiamo cercando di fare qualcosa di buono per rendere più sicura la nostra città e invece di aiutarci a costruire vogliono demolire». Poi precisa: «Abbiamo sempre riconosciuto l’utilità del controllo di vicinato, fra l’altro inserito nel programma amministrativo della giunta tra le forme di collaborazione fra cittadini, e intendiamo proseguire su questa strada. Ci sono dei passaggi da fare? Non abbiamo nessun problema».
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