IL CASO
"Corni e Pecc" addio, caccia al colpevole
Il sindaco di Cassano Valcuvia, infuriato per l'annullamento della tradizionale rassegna gastronomica, punta il dito contro l'ex presidente della Provincia Galli: "E' stato lui - dice - a revocare il finanziamento di 15mila euro".
Non ci sta, il sindaco Marco Magrini, a veder finire nel nulla -e per soli 5mila euro che non si trovano- la “sua” Corni e Pecc, manifestazione tra la sagra d’autore e la festa popolare che inventò dal nulla -ma da presidente comunitario- undici anni fa. Le dichiarazioni con cui l’assessore di Comunità montana, Luciano Pezza, ha liquidato l’appuntamento («Corni e Pecc non si farà perché non abbiamo più soldi per finanziarla») lo hanno punto sul vivo: «Davvero l’ente montano vuole buttar via un evento di quella portata solo perché non trova cinquemila euro nel proprio bilancio? Non ci credo. La verità è un’altra. Anzitutto, l’ente se ne è ricordato solo a maggio, quando ha inviato una lettera di disponibilità ai Comuni: nettamente in ritardo, dal momento che il mese per organizzare Corni e Pecc è sempre stato giugno. E questo dimostra ancora una volta la totale inefficienza organizzativa che ha caratterizzato la passata gestione della Comunità montana Valli del Verbano. Rimango esterrefatto: come si fa a non pensare per tempo ad una manifestazione che non voleva essere una passerella di prodotti locali, ma un confronto tecnico fra addetti ai lavori e un volano turistico ed economico per le nostre piccole comunità?».
Magrini, che ora siede in giunta provinciale in qualità di consigliere delegato, non si ferma qui: «Una responsabilità grossa ricade anche su Dario Galli. In una delle sue ultime decisioni da commissario straordinario della Provincia, revocò 15mila euro di finanziamenti proprio a Corni e Pecc adducendo incompletezze nella documentazione che non c’erano. Quel taglio, unito a questo di Comunità montana, ha fatto venir meno l’appoggio essenziale a far partire l’edizione numero 11».
Eppure, una o forse due disponibilità a ospitare Corni e Pecc 2015 erano state avanzate. Si parla di Grantola e (ce lo conferma il sindaco Marco Galbiati) di Castello Cabiaglio: «Eravamo pronti a organizzare tutto in paese, ma dall’ente montano non abbiamo ricevuto notizie per tempo. Non sappiamo neppure che fine abbia fatto l’apposito comitato organizzatore. In ogni caso, noi siamo disponibili nel caso si volesse riprovare nel 2016».
Si potrà concludere che, coi tempi grami in corso, una manifestazione tutto sommato di nicchia come questa (ma capace di far girare almeno 50mila euro in tre giorni) può anche segnare il passo. Ma, a parte il fatto che essa costituiva un punto di riferimento per le decine di agricoltori, allevatori, produttori che con caparbietà lavorano la terra in un contesto non facile come quello tra Valcuvia e Luinese, il pensiero corre ad un altro appuntamento importante caduto nel vuoto già due anni fa: ci riferiamo al Mipam, Mostra riservata ai prodotti dell’agricoltura di montagna spazzata via da tagli al bilancio dei Comuni e da un interesse da parte di questi ultimi distribuito a macchia di leopardo.
Come dire che nel giro di un paio d’anni il territorio a nord del capoluogo ha perduto altrettanti motivi di forte richiamo per il pubblico e di sicuro interesse per gli addetti ai lavori. Con la colpa che non può ricadere tutta e solo sul refrain dei bilanci pubblici in rosso.
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