IL PROVVEDIMENTO
«Cornuta lo sarai sempre»
Allontanata per stalking dopo anni di insulti e minacce alla “nemica”
«Cornuta sei sempre»: non dev’essere bello aprire la cassetta della posta e trovarsi cartoline così affettuose.
Lo sa bene la sestese che da anni è bersaglio ingiustificato di una donna che non fa che molestarla e deriderla, e infastidirla e perseguitarla.
Nei giorni scorsi i carabinieri del comandante Giovanni Opessio hanno eseguito una misura contro la stalker chiesta dal pubblico ministero Francesca Gentilini ed emessa dal gip Nicoletta Guerrero. La cinquantaquattrenne ha ora il divieto di avvicinamento alla vittima, alla sua abitazione e pure alla panetteria che frequenta. Se non dovesse rispettare le prescrizioni potrebbe anche finire in carcere, ma non è detto che serva da spauracchio perché guai con la legge questa sua ossessione per la nemica glieli aveva già procurati.
No, non ci sono uomini dietro questa storia e neppure relazioni fluide di sorta. A quanto pare c’è solo antipatia, forse rivalità personale, non si capisce. Di certo la stalker è stata già condannata in tre gradi di giudizio per episodi precedenti eppure non ha mai smesso di inviare missive offensive, di farsi beffe della donna davanti agli altri, di fotografarla, di pedinarla, di insultarla. Di minacciarla con lo sguardo di sfida, di farle gestacci dal finestrino. Il reato di stalking sembra insomma configurarsi in pieno, nonostante manchino gli ingredienti più classici: l’amore frustrato, l’amore tradito, l’amore psicotico.
Ciò non toglie che la vittima abbia dovuto alterare le proprie abitudini private e pubbliche per evitare di incontrare l’indagata e subirne le vessazioni. Non solo. Agli inquirenti la sestese ha anche confidato di temere per i propri figli e per un’eventuale degenerazione dei comportamenti della sua detrattrice, tanto da doversi sempre far accompagnare in giro da un’amica.
Nei prossimi giorni la cinquantaquattrenne verrà interrogata dal gip e forse quella sarà la sede in cui riuscirà a spiegare le ragioni di tanto livore.
Perché dovrà pur avere un pretesto per fare di quella donna un’ossessione che sfocia nel penale.
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