LA PROPOSTA
«Così il lago potrà tornare a respirare»
Il professor Saroglia “sorveglia” lo specchio d’acqua: elaborato un nuovo progetto per eliminare il fosforo.
«Noi ci siamo e abbiamo anche buoni progetti. All’Insubria il lago di Varese è conosciuto bene. Attendiamo che il sindaco Galimberti, il presidente della Provincia Gunnar Vincenzi e i rappresentanti dei comuni rivieraschi ci chiedano consiglio». Il professor Marco Saroglia è stato per molti anni docente di Acquacoltura all’Università dell’Insubria, ora ha lasciato l’insegnamento ma continua a impegnarsi per i progetti dell’ateneo e per la materia che meglio conosce. Come sta il lago? «La domanda giusta da fare è che cosa si potrebbe fare, per il nostro lago. Gli anni sono passati, le tecnologie si sono affinate ma quello che non è stato ancora fatto, secondo il mio modesto parere, è guardare al problema e alla salute del bacino lacustre da tutelare, cambiando prospettiva».
Soluzione non più “nel lago” ma guardando oltre. Portando via ciò che fa male, senza spendere palate di milioni di euro.
«Una idea su come eliminare il fosforo, all’Insubria l’avremmo, come dimostrano i calcoli e i costi eseguiti dal tecnico Santo Cassani - dice il professor Saroglia -. Invece di strani e complessi progetti, basterebbe spostare il fosforo, con una adeguata quantità di acqua, in un canale che possa servire per l’irrigazione, facendolo giungere per esempio al Villoresi, in questo modo si potrebbe utilizzare quell’acqua per irrigare le colture e non si danneggerebbero altri bacini lacustri».
La traduzione, in modo semplice e che potrà forse fare inorridire esperti ambientalisti, è la seguente. Con una dozzina di chilometri di condutture, si potrebbero portare fosforo e acqua verso i canali irrigui e utilizzare dunque queste acque per fare crescere le colture. «Invece di spostare l’inquinamento da un punto all’altro, tramite il Bardello verso il Lago Maggiore, togliamo del tutto il fosforo dal nostro lago o almeno procediamo con una diminuzione significativa e relativamente poco costosa».
La salute del lago è collegata ovviamente agli scarichi che ancora continuano a “inondare” il bacino lacustre che dà un imprinting unico al territorio. «Bisognerebbe eliminare completamente questi scarichi e le immissioni che avvengono tramite fogne, scolmatori e scarichi».
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