L’OMICIDA STRADALE
«Cuoco esemplare. Ora è a pezzi»
L’avvocato di Jeanne: «Sa di avere sbagliato: è distrutto». Il sottosegretario alla Giustizia: «Addolorati per la famiglia di Giada»
«È distrutto, a pezzi. È un bravo ragazzo che ha compreso subito il peso delle sue azioni e sa di aver aggravato la sua posizione».
Queste sono le parole dell’avvocato Cinzia Martinoni, difensore del ventiquattrenne Flavio Jeanne, il giovane che ha investito e ucciso Giada Molinaro e che s’è poi dato alla fuga prima d’essere scoperto dai carabinieri.
Il legale ha aggiunto che «altre valutazioni al momento sono fuori luogo. Nei prossimi giorni avremo un quadro più chiaro della situazione».
IL SOTTOSEGRETARIO: VICINI ALLA FAMIGLIA DI GIADA
«Siamo addolorati per la scomparsa di Giada. Una giovane vita che si spezza e che ripropone il tema dell’omicidio stradale come legge assolutamente doverosa poiché ha segnato un deciso cambio di prospettiva culturale in materia di sicurezza stradale».
Lo afferma Cosimo Maria Ferri, sottosegretario alla Giustizia, ricordando che «grazie a questa legge sono state configurate nuove pene e sanzioni accessorie che svolgeranno una funzione di forte deterrenza».
«In particolare - precisa Ferri - sono state introdotte pene più severe, anche nel minimo edittale, per limitare l’accesso alla sospensione condizionale della pena, scongiurando così il rischio di impunibilità di coloro la cui responsabilità sia stata giudizialmente accertata. Si sono modificate anche le circostanze aggravanti del reato, introducendo quale novità l’aggravante specifica in caso di fuga del responsabile, come nel caso della giovanissima Giada, con un aumento di pena che andrà da un terzo a due terzi e, comunque, con una pena finale che non potrà essere inferiore a cinque anni. Tutto questo nel tempo porterà importanti risultati. Risultati che a pochi mesi dall’attivazione della legge non possono ancora ovviamente essere verificati».
IL «BRAVO RAGAZZO» E «L’OCCASIONE PERSA»
Taglio di capelli all’ultima moda, raffiche di selfie pubblicate su Facebook: Flavio Jeanne, il cuoco di 24 anni che ha ammesso di essere il responsabile dell’investimento mortale di Giada Molinaro, sembra un ragazzo come tanti altri della sua età.
L’ultimo post sul suo profilo social risale al giorno prima dell’incidente, quando ha pubblicato una foto con la fidanzata durante una giornata spensierata in riva al lago. Poi il dramma.
Lui, nato ad Agrigento da genitori originari delle Mauritius, pressoché incensurato, residente a Varese a poca distanza dalla casa della giovane vittima, ha investito Giada mentre attraversava sulle strisce pedonali di viale dei Mille e non s’è fermato.
Stando a quanto ricostruito finora dagli inquirenti, coordinati nell’indagine dal pm Massimo Politi, nonostante il parabrezza incrinato e il fanale anteriore sinistro rotto sarebbe andato lo stesso a trascorrere la serata con la fidanzata.
Un dettaglio, quest’ultimo, ancora da confermare con precisione. Ma di certo c’è che giovedì 15 settembre si è presentato in una carrozzeria di Sesto Calende, zona che conosce bene perché lavora proprio da quelle parti, chiedendo di voler riparare la sua automobile poiché aveva investito un cinghiale.
Un passo falso che ha permesso agli investigatori di mettersi sulle sue tracce. Durante l’interrogatorio avrebbe poi ammesso le sue responsabilità, affermando di essere scappato per paura delle conseguenze di ciò che aveva fatto.
Eppure, dal suo profilo Facebook emerge il ritratto di un ragazzo coraggioso e con una grande passione per il suo lavoro. Tra una foto e l’altra, frasi profonde e inni alla vita, con l’invito a non mollare mai e a darsi da fare.
«Nella vita - scriveva poche settimane fa, a corredo di una sua immagine sorridente - ci sono quattro cose che non tornano più indietro: una pietra, dopo averla lanciata; una parola, dopo averla detta; un’occasione, dopo averla persa e il tempo, dopo essere stato sprecato».
«UN DIPENDENTE ESEMPLARE»
«Lavorava con noi come chef da circa un anno - spiega il titolare del ristorante di Sesto Calende sul lungofiume di cui Jeanne era dipendente - e non abbiamo mai avuto il minimo problema. Chiaramente io posso parlare di lui solo dal punto di vista professionale e devo dire che il nostro rapporto è stato proficuo per entrambi. Aveva studiato a Varese e prima di arrivare da noi aveva lavorato in altri locali. Se, come ho letto, ha fatto quello che ha fatto e soprattutto è scappato dopo l’investimento e non si è costituito, è giusto che subisca le conseguenze delle sue azioni. Ma è comunque un dramma per lui e per la sua famiglia, perché si tratta di un giovane che ha sempre lavorato e che nel nostro ristorante si è sempre comportato in modo impeccabile. Con un atteggiamento riservato, oltretutto, che ha fatto sì che della sua vita privata io sappia alla fine ben poco».
Jeanne giovedì 15 settembre si è presentato regolarmente al lavoro sia a pranzo sia a cena, e «mi pare non abbia manifestato particolari emozioni o comunque qualcosa che lasciasse pensare alla tragedia appena avvenuta».
Per i carabinieri, come detto, si tratta di un soggetto pressoché incensurato, nel senso che il ventiquattrenne non ha condanne definitive, ma ha un procedimento penale a carico in corso.
Ampi servizi sulla Prealpina di sabato 17 settembre.
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