LA DECISIONE
«Da qui non ci muoviamo»
L’Asst invia la direttrice sanitaria per sgomberare l’ospedale dall’occupazione. Ma le mamme non desistono: l’accoglieremo con un sit-in
«Se dovesse presentarsi, l’accoglieremo con un sit-in. Mute perché quello che dovevamo dirci, ce lo siamo dette domenica scorsa».
A parlare è Alessandra, una delle mamme che da domenica 11 dicembre, stanno occupando locali dismessi all’interno dell’ospedale Ondoli di Angera. L’occupazione è la conseguenza della chiusura dei reparti di Pediatria e di Ginecologia, stabiliti dall’Asst Valle Olona, su disposizione della Regione Lombardia, la quale, a sua volta, ha adottato un provvedimento ministeriale.
All’ospedale, la mattina di martedì 13 dicembre, era attesa Cristina Tridico, direttrice sanitaria dell’Asst Valle Olona che già domenica aveva incontrato le mamme, ottenendo da loro che la protesta si spostasse in locali nei quali non si svolgesse attività sanitaria.
«Così abbiamo fatto - spiega Alessandra - perché non è nostra intenzione intralciare l’opera del personale sanitario. Ma da qui non ci muoviamo finché non riaprono i reparti di Pediatria e di Ginecologia. Non siamo sole: è il territorio che chiede di non vedersi pregiudicare un servizio essenziale. Ne va della qualità della vita di tutti. La carenza di pediatri rimarcata dall’Asst? Strano che sia emersa adesso che l’ospedale è occupato. Chiederemo verifiche e riscontri oggettivi a chi di dovere».
Intanto sono salite a oltre ottomila le firme raccolte a sostegno della protesta delle mamme su Change.org (CLICCA QUI), il sito sul quale, può aderire alla battaglia delle mamme di Angera anche chi non ha la possibilità di restare al loro fianco nell’occupazione.
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