IL PERSONAGGIO
Da Silvio alla Lega, par condicio Passiu
Dopo la gazzarra al comizio di Berlusconi, il disoccupato saronnese "importuna" i gazebo delle liste che sostengono la candidatura di Alessandro Fagioli. Fermato e allontanato
Massimiliano Passiu evidentemente è per la par condicio: dopo l’irruzione al comizio saronnese di Silvio Berlusconi e di Forza Italia lunedì scorso in via Portici, nel tardo pomeriggio di domenica ha fatto il bis ai gazebo elettorali della coalizione che sostiene il candidato sindaco Alessandro Fagioli. Lega Nord, Fratelli d’Italia, Saronno protagonista e Domà nunch si erano collocati con i loro stand a metà di corso Italia, nello slargo di piazza Volontari del sangue. Il 44enne è arrivato, ha iniziato ad alzare la voce e quindi si è infilato fra i gazebo, spintonando alcuni dei presenti, facendo "volare" un telefonino a terra e ribaltando uno dei treppiede di cartone sui quali c’era il manifesto del candidato sindaco di centrodestra. E stato bloccato e mandato via, poi fermato da una pattuglia della polizia locale nelle vicinanze: non è stato necessario identificarlo, visto che gli agenti lo conoscevano già, e visto che s’era ormai calmato non ci sono stati ulteriori strascichi.
Il candidato sindaco Alessandro Fagioli la prende con ironia: "Massì, c’è stato un po’ di parapiglia, non abbiamo neppure capito esattamente cosa volesse, magari sperava che fosse già cominciata la nostra apertivata, ma non era ancora l’orario. E’ stato invitato ad allontanarsi e la cosa è finita lì. Forse sperava di trovare qualche altro vip come Berlusconi o Storace, o forse voleva farsi un selfie con me, non mi ha visto e ha rovesciato il cartonato con il mio manifesto".
Tutto è accaduto in pochi istanti sotto gli occhi non solo di molti esponenti politici ma anche di decine di passanti. I leghisti e i loro alleati non hanno intenzione di procedere legalmente nei confronti del saronnese, già processato per direttissima a Busto Arsizio dopo la gazzarra al comizio di Berlusconi: Passiu - che è disoccupato - aveva patteggiato cinque mesi di reclusione, con pena sospesa, rilascio immediato e obbligo di firma.
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