IL PERSONAGGIO
Da Varese a Gerusalemme
L’impresa di Giovanni Bloisi, un pensionato che percorrerà oltre tremila chilometri in bicicletta in nome degli ideali della democrazia
Un viaggio sulle strade della Memoria. Un itinerario che ha un alto valore storico: partenza da Varese, prima tappa a Selvino, in provincia di Bergamo, alla vecchia colonia “Sciesopoli”, dove tra il 1945 e il 1948 furono accolti 800 bambini ebrei (orfani) reduci dai campi di concentramento, e quindi rotta sulla Puglia, nel Barese, a due campi di concentramento, per poi imbarcarsi in traghetto verso la Grecia e risalire infine alla meta: Gerusalemme. Questo è il programma di un mese e mezzo che il protagonista, Giovanni Bloisi, pensionato di 63 anni, affronterà da solo e in sella alla sua bicicletta. Sono circa 2.500 chilometri (l’andata) da coprire pedalando. E con una forte spinta nel cuore: «Tenere alto il valore degli ideali». Che nel caso specifico sono il ricordo della Shoah e l’omaggio alla democrazia e alla forza dell’antifascismo. Il “ciclista della Memoria”, come è stato ribattezzato Bloisi, compirà dunque una grande impresa, sia di civiltà, sia di resistenza fisica. La partenza è prevista il 19 marzo; l’iniziativa gode del patrocinio di diversi Comuni e dell’Anpi (Associazione nazionale partigiani). Lungo il percorso, il ciclista che vive a Varano Borghi sarà disponibile per incontri con gli studenti e le associazioni. Ma come gli è venuta l’idea? «Non è la prima volta che affronto un lungo viaggio con la bicicletta per visitare i luoghi della Memoria. Ho cominciato a farlo nel 2011 per un fatto apparentemente non collegato, non in modo diretto: la polemica se celebrare o meno l’anniversario dell’unità d’Italia. Questa diatriba tutta politica mi ha fatto capire che abbiamo perso il significato di certi valori». In quell’anno, Bloisi ripercorse - sulle due ruote - la spedizione di Garibaldi. Ora, il viaggio per non dimenticare la Shoah e più nel dettaglio il destino di centinaia di bimbi ebrei ai quali fu ridata vita speranza a “Sciesopoli”. La tappa finale a Gerusalemme consentirà a Giovanni Bloisi di incontrare alcuni di quei ragazzini, rientrati in patria e oggi novantenni. «Andrò ad abbracciare una coppia che si conobbe lì, a Selvino, allora avevano 14 anni, e oggi sono nonni». È previsto inoltre un comitato di accoglienza per il ciclista di Varese che poi, nel tragitto di rientro, si fermerà a Carbone, in provincia di Potenza, la sua terra natale. «Ma non voglio che si ponga l’attenzione su di me, bensì sull’importanza di avere sempre forti e vivi gli ideali». E dunque, migliaia di chilometri in bici e con la sola dotazione di una tenda per accamparsi di notte. Non lo spaventa la solitudine? «No, mi permette di riflettere, di sentire ancora meglio il senso di questo viaggio».
Servizio completo sulla Prealpina di martedì 17 gennaio
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