MAX PISU
Dalla Groenlandia a Legnano
Max Pisu è nella sua Legnano per il debutto nazionale del nuovo spettacolo, con Claudio Batta e Giorgio Verduci e la regia di Riccardo Piferi. Lo chiamiamo in una mattina da attore: le prove sono al pomeriggio c’è tempo per andare a fare la spesa, «una cosa che mi rilassa, come anche cucinare». E la nostra chiacchierata comincia mentre è alla cassa all’Esselunga che passa latte di soia, briochine integrali al miele, mozzarelline da mangiare a pranzo con l’insalata per la dieta del dopo feste. Lo spettacolo si intitola «In Groenlandia siamo piaciuti»...
Max, come sei finito in Groenlandia?
«In realtà in Groenlandia non ci sono mai stato nemmeno in vacanza, tutto è nato così, dicendo tre cazzate intorno a un tavolo a Milano. Abbiamo scelto la Groenlandia anziché la Finlandia perché io ho la erre moscia, e così posso giocare ad arrotare la parola. E poi perché è talmente lontana che nessuno potrà mai verificare se è vero quello che raccontiamo».
Come è strutturato lo spettacolo?
«È una scusa per fare una cosa diversa e divertirci insieme, visto che siamo anche amici. Ci sono delle cose singole di repertorio nostro: io faccio Tarcisio, Batta con la nimmistica di Capocenere e Verduci con la sua mazza. E poi ci sono alcuni quadri in cui interagiamo su situazioni diverse. Tipo tre che sono in campeggio per il fine settimana, o l’inizio dello spettacolo in cui siamo tre vigilantes che controllano il pubblico. La scena è essenziale: una specie di Cirque du Soleil di sfigati».
Quanto conta per te l’amicizia?
«Penso che sia la prima cosa. Il lavoro si fa anche con chi ti sta antipatico ma, se puoi, scegli persone con cui stai bene. Nel mio lavoro se non ti diverti è molto difficile».
E con Tarcisio, il tuo personaggio simbolo, ti trovi sempre bene?
«Siamo amici. Io ho 51 anni, lui 40 ma siamo deficienti uguali. Dice le cose che io non posso dire: io le penso, lui le dice».
In realtà lui di anni ne ha venti.
«Sì, è nato nel 1996 e lo scorso anno ne ha compiuti venti. Mi piace sempre: è il tenero, quello che fa casino, il rompiballe».
«Rompiballe» sei anche nella commedia di Francis Veber che è in tournée.
«Sì, il personaggio di Pignon è proprio nelle mie corde, mi diverte farlo».
I tuoi modelli comici quali sono?
«Io mi sono ispirato e ho cominciato a fare questo lavoro divorando le videocassette di Jerry Lewis, che era il mio idolo ed è tuttora il mio punto di riferimento. Amo la sua comicità non solo legata alla battuta ma anche alla fisicità. Lui sapeva unire tenerezza, comicità, cinismo a volte».
La tua grande passione, la Juventus, quest’anno ti sta dando soddisfazione?
«Sì, anche se di recente ha perso qualche partita di troppo e l’atteggiamento non è quello della squadra carrarmato che vorrei. C’è qualche pecca dovuta forse un po’ alla rosa non all’altezza degli altri anni, o all’allenatore che magari ha poche idee, poche e confuse in questo momento».
E il Legnano?
«Il Legnano è l’altra mia squadra del cuore, mi sta dando un grosso dispiacere, non stiamo attraversando un bel periodo».
Tu sei nato a Legnano: il Palio delle contrade come lo vivi?
«Sono tifosissimo della contrada di Sant’Erasmo, che è dove sono nato ed è il maniero che frequento. Diverse volte ho presentato il gran galà finale del palio».
A Legnano è tempo di candidati sindaci: tu lo faresti?
«No, mi hanno anche proposto di far parte di un lista ma con il lavoro che faccio non mi piace, non mi sembra corretto e poi non avrei nemmeno il tempo».
C’è un consiglio che vorresti dare ai futuri amministratori?
«Vivendo a Legnano mi rendo conto che in questo periodo per i cittadini la cosa più importante è la sicurezza: sono terrorizzati dai furti nelle case e a volte hanno anche paura a uscire».
Che rapporti hai con i Legnanesi?
«Siamo amici ma non vado a vedere i loro spettacoli perché sono troppo lunghi per me. Ho recitato con Antonio Provasio: Tarcisio era il nipote della Teresa».
Coltivi ancora la passione per il vino?
«Sì, partecipo a un progetto di bollicine sui colli bolognesi: con qualche socio (tra cui anche Ron) produciamo uno spumante brut, che si chiama Essai. Ma io lo faccio per puro divertimento: c’è chi pensa alla vendita, chi alla distribuzione, io penso solo a consumarlo».
Prosegue anche il laboratorio «Dontuorri» al Circolone di Legnano.
«Abbiamo iniziato nel 1996 e lì è nato Tarcisio. Da quattro anni lo abbiamo ripreso, io e Claudio Batta, per provare le nostre cose e ospitare colleghi e anche giovani che vogliono sperimentare. È venuto a provare dei pezzi anche mio figlio, che vuole fare l’attore: è stata una grande emozione presentarlo e vederlo recitare».
Comicità in televisione: hai progetti in corso? Che trasmissioni guardi?
«L’ultima mia partecipazione è stata nelle quattro puntate per i vent’anni di Zelig. Per il resto non vedo uno spazio televisivo interessante per chi fa il mio lavoro, a parte Colorado, ma io facendo Zelig... Mi manca Mai dire gol. Forse la comicità negli ultimi anni è stata un po’ inflazionata, deve respirare. È ora che il pubblico torni a riempire i teatri dal vivo».
«In Groenlandia siamo piaciuti», con Claudio Batta, Max Pisu, Giorgio Verduci, regia Riccardo Piferi - Prima nazionale sabato 21 gennaio a Legnano, teatro Talisio Tirinnanzi, piazza IV novembre, ore 21, 28/23/18 euro, ridotti 24/19/14 euro, info 0331.442517-1613482.
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