LA PAURA
«Dammi la macchina». Accoltellato
Notte di violenza e paura in viale Belforte: un uomo di 56 anni è stato accoltellato al volto e al braccio durante un tentativo di rapina da parte di uno sconosciuto poi svanito nel nulla. Il fatto è stato denunciato alla Polizia che indaga per tentata rapina e sta cercando il colpevole, in base alle testimonianze di origine extracomunitaria. Intanto la sorella della vittima, per mettere in guardia i vicini e la città intera dopo un’aggressione potenzialmente più pericolosa, lancia un appello carico di emozione: «Non è possibile vivere un’esperienza del genere a Varese, mentre si rincasa da una serata normalissima - dice piangendo -. Mio fratello è una persona buona, che lavora tutti i santi giorni da 40 anni, paga le tasse ed è bravissimo con tutti. Non ha mai fatto del male a nessuno e ha rischiato di morire per colpa di questi delinquenti liberi di entrare nel nostro territorio senza controlli per colpa del governo Renzi. I politici tanto poi girano con la scorta, mentre noi siamo indifesi».
L’allarme è scattato poco prima delle 2 di sabato 16, all’angolo con via Quarnero, nel cuore del popoloso quartiere ma in un orario con pochi passaggi. Sul posto si sono precipitate le Volanti della Polizia, l’ambulanza e l’automedica del 118. Il codice d’uscita dei mezzi di soccorso era quello di massima gravità, poi per fortuna le ferite non sono apparse così preoccupanti e il 56enne, portato subito dopo al Pronto soccorso dell’ospedale di Circolo, è stato dichiarato fuori pericolo, nonostante il dolore, i punti di sutura in diverse parti del corpo e il grande choc. In base alla ricostruzione fornita anche agli agenti, l’uomo avrebbe parcheggiato con tutta tranquillità in via Quarnero trovandosi all’improvviso davanti un energumeno alto quasi due metri, che avrebbe iniziato a minacciarlo, intimandogli di consegnare le chiavi dell’auto e altri averi, dal telefonino al portafogli. Non riuscendo a ottenere il “bottino”, il malvivente ha estratto un coltello colpendo ripetutamente il varesino. Solo le sue urla disperate, che hanno richiamato quattro ragazzi del posto, hanno evitato il peggio: «Sono arrivati dei vicini, mi pare si trattasse di persone dell’Est, e hanno salvato mio fratello, visto che il rapinatore in quel momento è fuggito - continua il racconto la sorella -. Certo, le ferite non sono gravissime, ma continuo a pensare a quello che sarebbe potuto succedere: è incredibile. Quell’uomo usava il coltello come fosse un giocattolo: voleva fargli del male e per un soffio non lo ha colpito al collo. Queste persone devono sparire dal nostro territorio e non devono restare impunite. Ci tenevo a raccontare quanto è accaduto per farlo sapere a tutta la città: per far capire che cosa rischiamo ogni giorno. Non c’è stata una lite, non c’è stato un incontro. Questo delinquente è arrivato all’improvviso, sconvolgendo la vita di una persona perbene che non ha mai fatto del male a nessuno. Non deve capitare».
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