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Def, governo: riparte la crescita, manovra 2018 più espansiva
Bene strategia sentiero stretto. Nel 2017 debito cala dopo 7 anni
Roma, 23 set. (askanews) - La strategia del "sentiero stretto" messa in atto dal governo negli ultimi anni ha consentito alla crescita di ripartire e al debito di iniziare un percorso di discesa. L'Italia adesso potrà adottare una manovra per il 2018 "con caratteri espansivi e più marcati rispetto a quelli previsti nel Def di aprile, con conseguenti vantaggi per la crescita economica, l'occupazione e la lotta alle disuguaglianze". E' quanto si legge nel comunicato di palazzo Chigi diffuso al termine del Consiglio dei ministri che ha approvato la Nota di aggiornamento al Def cui è allegata anche la Relazione al Parlamento nella quale si chiede l'autorizzazione sullo scostamento sul piano di riduzione del deficit previsto in primavera.
Il rapporto tra debito pubblico e Pil, si legge nella nota, "per il quale si è registrata, per la prima volta, una riduzione nel 2015 dopo sette anni di crescita ininterrotta, riprenderà a scendere nel 2017 per proseguire costantemente in questa direzione negli anni successivi".
"La strategia del sentiero stretto - si legge - ha consentito al Paese, negli ultimi anni, di far ripartire il ciclo della crescita mantenendo al contempo alta la guardia sul versante del consolidamento dei conti pubblici. Ciò ha consentito, in particolare, di avviare la riduzione del debito pubblico in rapporto al prodotto interno lordo".
La Nota, propedeutica alla legge di bilancio che dovrà essere presentata al Parlamento entro il 20 ottobre, prosegue palazzo Chigi, "registra i più recenti effetti positivi delle riforme strutturali e degli interventi di politica economica messi in atto dal Governo negli ultimi anni e aggiorna di conseguenza le stime sul quadro macroeconomico per l'anno in corso e il triennio successivo, nonché gli obiettivi programmatici rispetto a quelli contenuti nel Def dell'aprile scorso".
"A partire dal 2014 - sottolinea il governo - è stata adottata una strategia di politica economica che ha portato alla progressiva riduzione delle tasse, all'introduzione di incentivi per gli investimenti delle imprese e a sostegno delle riforme strutturali, a misure di contrasto alla povertà. Il compromesso equilibrato tra l'esigenza di sostenere la crescita economica e l'occupazione e l'esigenza di proseguire in una gestione oculata della finanza pubblica ha inciso positivamente sulla reputazione del Paese sui mercati e nel contesto europeo".
Quindi, "grazie al costante confronto con gli interlocutori della Commissione europea - precisa il comunicato - l'Italia oggi può, ancora una volta, adottare una manovra per il prossimo anno con caratteri espansivi e più marcati rispetto a quelli previsti nel Def di aprile, con conseguenti vantaggi per la crescita economica, l'occupazione e la lotta alle disuguaglianze. Verranno completamente disattivate le cosiddette 'clausole di salvaguarda' per il 2018, evitando quindi aumenti dell'Iva e delle accise".
Per quanto riguarda i numeri "nei mesi più recenti si stanno rafforzando gli effetti attesi dalle riforme strutturali varate dal 2014. Il prodotto interno lordo che solo ad aprile scorso era stimato in crescita dell'1,1% per l'anno in corso, viene ora previsto in aumento dell'1,5%. Per il 2018 la crescita del Pil è stimata allo stesso livello, contro l'1% indicato nel Def".
L'indebitamento netto "proseguirà il trend di miglioramento che lo ha caratterizzato negli ultimi anni. Il rapporto tra disavanzo e Pil è previsto attestarsi al 2,1% nel 2017, per scendere ancora fino all'1,6% il prossimo anno. Nel nuovo scenario programmatico, in coerenza con la Comunicazione alla Commissione europea del maggio scorso, l'aggiustamento strutturale di bilancio tra il 2017 e il 2018 viene previsto di 0,3 punti percentuali, invece che di 0,8 punti come era stato indicato nel Def. Il percorso di riduzione del disavanzo proseguirà ad un ritmo sostenuto negli anni successivi consentendo di raggiungere il sostanziale pareggio di bilancio nel 2020".
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