L’INTERVENTO
Demolito l’hotel dei disperati
Le ruspe svelano l‘abusivismo dietro al centro profughi: spuntano le case di decine di senzatetto
Moltissimi dei disperati inquilini sono senz’altro quelli sloggiati solo qualche mese fa dall’edificio che affianca il Teatro Sociale.
Fra di loro non è da escludere che si siano intrufolati nel tempo alcuni ex richiedenti asilo scacciati dal centro profughi di via dei Mille, un edificio che si staglia proprio accanto alla sfilata di tettoie trasformate in improbabili “case”, le quali adesso sono ben visibili percorrendo la via Vincenzo Monti e la minuscola via Bezzecca.
Fatto sta che da qualche ora le ruspe e gli operai sono entrati in azione per ripulire una delle più ampie zone dell’area delle Nord (vasta distesa che circonda lo scalo ferroviario) e, cancellate sterpaglie e piccoli fabbricati, è emerso lo scempio più assoluto, finora nascosto al pubblico.
Non era un mistero che quella zona fosse popolata da presenze sospette, tuttavia la spianata totale di Ferragosto lo ha messo brutalmente sotto gli occhi di tutti. E si tratta di una lunga serie di spazi semicoperti da tettoie che sono stati riadattati in abitazioni dagli abusivi.
Tant’è che la polizia locale, finora autrice di un sopralluogo per cristallizzare lo status quo (gli interventi su area privata sono infatti sempre piuttosto complessi), ha immortalato una lunga serie di materassi stesi in quei luoghi, spesso contornati da stendini, pentole, oggetti per una sommaria pulizia personale, fornelletti, più che altro zone per i falò, panni, coperte luride, biciclette, sedie, tavolini e altro ancora in una bizzarra sfilata. Insomma, una bozza di abitazioni a schiera che, perlomeno nella bella stagione, possono servire a chi non ha alternative.
Qualcuno degli inquilini si è industriato per ricavare una sorta di bagno, qualche altro ha legato taniche d’acqua ai bordi di un bastone per creare una specie di bilanciere d’allenamento. Come detto non mancano i mezzi a pedale, alcuni anche in buonissime condizioni, senza dubbi provento di furto.
Insomma, una sistemazione precaria ma arredata alla bisogna. Oltretutto cercando di avere una certa privacy, tant’è vero che i panelli in legno spariti nei mesi dalla staccionata sono stati ritrovati proprio in quel luogo, utilizzati come separatori fra una stanza (chiamiamola così) e l’altra. Inoltre, quasi fosse una moderna carta da parati, a rendere meno triste il contesto ci sono i muri ricoperti dai lavori dei writers, capaci di abitare quella zona e usarla come lavagna artistica prima dell’arrivo dei senzatetto.
Per qualche ora si è deciso di non buttare via nulla, non solo perché si tratta di un’operazione da compiere con minime precauzioni sanitarie, ma anche per consentire tacitamente ai creatori di quel contesto di recuperare le loro quattro cose.
Però, adesso che la desolazione è svelata e visibile, è chiaro che anche questo “hotel dei disperati” è destinato ad essere raso al suolo. Un passo concreto per dare una minima pulizia e e un po’ di tranquillità ai residenti della zona, sperando che prima o poi l’area delle Nord - sommersa dalle promesse - possa avere un futuro diverso.
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