MONDONICO
Distrutti due ettari di bosco
Domati gli ultimi focolai, anche grazie all’abbondante pioggia: ora c’è il rischio di caduta di massi
Dal fuoco all’acqua. Dal bagliore che illuminava la montagna, rendendola ben visibile anche a distanza, alla coltre di nebbia, trafitta dalla pioggia, che domenica 5 ha avvolto Mondonico. L’emergenza è cessata nella notte: domati anche gli ultimi focolai, più in basso rispetto ai punti in cui era scoppiato l’incendio. E riaperta, all’alba, la strada a tornanti che dalla Badia San Gemolo sale al borgo montano della Valganna. I vigili del fuoco, intervenuti sabato pomeriggio con sette automezzi e 25 uomini per bloccare il fronte delle fiamme, hanno abbandonato il versante dopo dieci ore. «È spento». E una mano l’ha data, dalla notte, la pioggia che si è intensificata, scongiurando il pericolo di un colpo di coda delle fiamme. Ora, il rischio è che diventi un “alleato pericoloso”: il terreno della montagna, indebolito dalla lunga siccità, potrebbe avere dei cedimenti con l’acqua, abbondante, e soprattutto potrebbero far rotolare massi sulla strada. Ieri mattina, la protezione civile di Ganna ha effettuato due sopralluoghi lungo il percorso che sale a Mondonico, dove in alcuni tratti mancano le reti di protezione. Il rogo ha divorato due ettari di bosco. «Straordinario l’impegno dei vigili del fuoco e della protezione civile, e altrettanto grandioso l’aiuto fornito dai cittadini, sia di Mondonico, sia di Ganna, tra cui tanti giovani, a dimostrazione del fortissimo legame tra la gente e il territorio», ha detto il sindaco Bruna Jardini.
Servizio completo sulla Prealpina di lunedì 6 novembre
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