Russia-Nato
Domani Consiglio Nato-Russia. Cremlino: trionfo della sfiducia
Da Pratica di Mare, momento più buio dialogo post Guerra Fredda
Mosca, 19 apr. (askanews) - All'insegna della "totale sfiducia", Mosca si prepara al Consiglio Nato-Russia di domani, dopo una crisi lunghissima con l'Alleanza determinata principalmente dal problema Ucraina, ma iniziata già qualche anno prima del 2014. Alla vigilia di un appuntamento chiave, se non storico, il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, ha spento qualsiasi entusiasmo: "le relazioni NATO-Russia, naturalmente, stanno soffrendo, sono apparentemente dimenticate". Peskov ha segnalato "un deficit di fiducia reciproca anzi, ha detto, forse è il trionfo della sfiducia reciproca". Per poi aggiungere che "le azioni dell'Alleanza costituiscono una minaccia per gli interessi nazionali e la sicurezza della Russia".
In precedenza, il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg aveva annunciato che l'alleanza mercoledì discuterà come diminuire i rischi degli incidenti militari con i russi, dopo i recenti avvenimenti nel Mar Baltico. L'ordine del giorno definitivo per la riunione è limitato a tre punti. La crisi in Ucraina e la piena attuazione degli accordi di Minsk; le questioni relative ad attività militari, dalla trasparenza al ridurre i rischi; la valutazione della situazione della sicurezza in Afghanistan, compresa la minaccia terroristica regionale.
Tuttavia l'andamento della crisi in Siria, la minaccia dell'Isis e l'intervento russo hanno portato l'Occidente a riconsiderare i benefici di nuova cooperazione con Mosca. Anche per evitare incidenti, diplomatici e reali, come l'abbattimento di un SU-24 russo da parte della Turchia. E il dialogo diretto con Mosca è stato spinto anche dalla Germania, il cui ministero degli Esteri invoca la necessità di incrementare il numero di canali di comunicazione con la Russia per evitare incomprensioni.
Peskov oggi però ha sottolineato che le recenti azioni dell'Alleanza confermano ancora una volta che la Nato non è in grado di adattarsi alle condizioni moderne e ha conservato il suo scopo originale, vale a dire, "contenere la Federazione Russa e mettersi in contrapposizione con la Federazione russa". Una posizione che si colloca ad anni luce dallo spirito di Pratica di Mare, ossia la fine della contrapposizione che aveva caratterizzato gli anni della Guerra fredda e appunto l'istituzione del Consiglio Russia-NATO. E la nascita di quello spirito era stata ospitata proprio dall'Italia, il 28 maggio 2002 a Pratica di Mare (Roma), nel vertice in cui per la prima volta l'Alleanza Atlantica apriva le porte all'ex-potenza sovietica. Anche all'epoca a rappresentare Mosca c'era il presidente Vladimir Putin.
Molto da allora è cambiato, soprattutto dopo la crisi ucraina, per la quale il primo aprile 2014 la NATO ha deciso unilateralmente di sospendere la cooperazione pratica con la Federazione russa. Ma l'Alleanza ha comunque continuato a mantenere un canale aperto con la Russia al fine di monitorare l'evoluzione della crisi in Crimea. Con due riunioni, la prima il 14 marzo 2014, durante la quale l'ex Segretario Generale della NATO, il danese Anders Fogh Rasmussen, aveva affermato di continuare a seguire gli sviluppi in Ucraina con grande preoccupazione. E poi l'11 marzo 2015, quando il nuovo (e attuale) Segretario Generale della NATO, Jens Stoltenberg, ha ripreso la questione in un incontro a cui presenziava anche l'ambasciatore russo presso la NATO, un anno dopo l'annessione della Crimea che gli alleati della NATO non riconoscono e considerano illegale e illegittima. Chiaro il messaggio di Stoltenberg: "la NATO non vuole una nuova guerra fredda". Ma il Cremlino non sembra crederci.
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