Immigrati
Domenica Ungheria vota sì o no ai migranti, referendum sull'Ue?
La consultazione voluta da Orban, in dubbio l'affluenza
Budapest, 29 set. (askanews) - Viktor Orban punta su un plebiscito al referendum sul no alla politica europea di accoglienza dei rifugiati che si svolge domenica. Una consultazione che ha il sapore di un referendum sull'Unione europea. Il risultato, però, rischia di essere ostaggio dell'affluenza, che deve superare il 50% degli 8,3 milioni di aventi diritto per essere dichiarato valido. E proprio le ong hanno lanciato una controcampagna per il boicottaggio del voto.
Fino a questo momento l'Ungheria, che ha sigillato i confini un anno fa nel picco della crisi migratoria, non ha proposto alcuna alternativa al sistema di quote proposto da Bruxelles e il governo conservatore di Orban rifiuta qualsiasi obbligo di accoglienza dei rifugiati.
Il premier magiaro ha promesso di tradurre i risultati del referendum in un testo di legge senza dare dettagli. La Commissione europea dal canto suo ha sottolineato che l'esito della consultazione non avrà alcun impatto giuridico sugli impegni presi. "Gli stati membri hanno la responsabilità legale di applicare le decisioni prese", ha ricordato il commissario alle Migrazioni Dimitris Avramopoulos. Per il presidente della Commissione Jean-Claude Juncker "se venissero organizzati referendum su ogni decisioni dei ministri e del Parlamento europeo, l'autorità della legge sarebbe messa in pericolo".
Il quesito posto agli elettori ungheresi recita: "Volete che l'Unione europea decreti il ricollocamento obbligatorio dei cittadini non ungheresi in Ungheria senza l'approvazione del Parlamento ungherese?". Una domanda che si accorda perfettamente con i toni tenuti dalle campagne del governo con riferimenti all'aumento delle violenze dopo l'arrivo dei migranti.
"Amo l'Ungheria per quella che è e non voglio che qualcuno la cambi in base a un ordine venuto dall'esterno", ha aggiunto Orban rilanciando la campagna contro i migranti.
I sondaggi danno in netto vantaggio il fronte anti-quote ma resta in dubbio la percentuale di elettori che si recherà alla urne, che decreterà l'effettiva validità del referendum lanciato a febbraio. L'ossessione sulla politica anti-migranti, di cui Orban si è fatto capofila anche in ambito europeo, ha distolto l'attenzione dalle politiche economiche e sociali del governo conservatore.
Il partito Fidesz governa il Paese dal 2010 e ha come unico possibile rivale credibile per le prossime politiche del 2018 il partito di estrema destra Jobbik.
(fonte afp)
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