PROSECCO
Dove nascono le bollicine più amate
Sono le bollicine docg che fanno impazzire il mondo. E se piacciono pure ai cugini d’Oltralpe è perché il Prosecco Docg e il Cartizze hanno quel gusto fresco ma sapido che non solo si può gustare all’ora dell’aperitivo ma, con i giusti abbinamenti, regge anche il test a tavola. Ed è il vino italiano più esportato all’estero, tanto che nel 2014 ha superato anche lo champagne per numero di bottiglie vendute nel mondo.
La storia del Prosecco Docg inizia a Conegliano Valdobbiadene, area collinare nel Nord Est d’Italia, a 50 km da Venezia e circa 100 dalle Dolomiti. Qui da più di tre secoli si coltivano le uve che danno origine al Prosecco Superiore, il cui successo inizia con la fondazione della prima Scuola Enologica d’Italia, nel 1876. L’area di produzione, che si estende su 15 comuni e rappresenta il cuore del mondo del Prosecco, è una denominazione storica italiana riconosciuta nel 1969. Nel 2009, con la riorganizzazione delle denominazioni Prosecco, il ministero dell’Agricoltura la classifica come Denominazione di origine controllata e garantita (Docg) massimo livello qualitativo italiano. Il Conegliano Valdobbiadene si può degustare nelle versioni Brut, Extra Dry e Dry, che si distinguono per il residuo zuccherino. Il termine «Rive» indica, nella parlata locale, le pendici delle colline scoscese che caratterizzano il territorio. Questa tipologia mette in luce le diverse espressioni del Conegliano Valdobbiadene. Il Rive è ottenuto spesso dai vigneti più ripidi con uve provenienti da un unico Comune o frazione di esso, per esaltare le caratteristiche che il territorio conferisce al vino. Nella denominazione sono presenti 43 Rive, ed ognuna di esse esprime una diversa peculiarità di suolo, esposizione e microclima. Nel Rive la produzione è ridotta a 13 tonnellate per ettaro, le uve vengono raccolte esclusivamente a mano e viene indicato in etichetta il millesimo.
Vertice qualitativo e sintesi aurea della denominazione, il Cartizze proviene da una sottozona disciplinata fin dal 1969 di soli 107 ettari di vigneto, a forma di pentagono, compresa tra le colline più scoscese di San Pietro di Barbozza, Santo Stefano e Saccol, nel comune di Valdobbiadene. Difficile scegliere una selezione dei migliori. Suggeriamo tre etichette. Il Cartizze Vigna La Rivetta della cantina Villa Sandi che anche per il 2017 e per sette anni consecutivi si è aggiudicato i tre bicchieri del Gambero Rosso, si tratta di un vero e proprio cru piacevole a tutto pasto. Il Rive di Collalto Extra Dry della casa vinicola Borgoluce di Susegana nato da una costola dei Collalto, vinifica micropartite delle migliori uve per offrire lo spumante più armonico e profumato: è il prosecco prodotto da una delle più antiche azienda gestite dalla stessa famiglia. E, infine, dalla cantina Le Manzane, Ernesto Balbinot le due Rive «cremose» e di gran carattere Springo Bronze di ManzanaDry e Springo Blue Rive di Formeniga Brut.
Veronica Deriu
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