Bce
Draghi prolunga gli stimoli di 9 mesi e rassicura sull'Italia
Incertezza politica nella Penisola non è un rischio sull'euro
Roma, 8 dic. (askanews) - Il piano di stimoli e di acquisti di titoli di Stato della Bce proseguirà almeno per tutto il 2017. E questa ampia proroga, di ben 9 mesi rispetto alla scadenza prevista a marzo, è stata decisa ad ampia maggioranza dal Consiglio direttivo. A favorire il compromesso è stata la parallela decisione di ricondurre la mole mensile del quantitative easing al suo ritmo originario di 60 miliardi di euro al mese, a partire da aprile del 2017, rispetto agli attuali 80 miliardi al mese che andranno avanti fino a marzo.
Ma nessuno parla di tapering all'istituzione di Francoforte, ha puntualizzato il presidente Mario Draghi nella conferenza stampa al termine di questo attesissimo direttorio. "Non se ne è discusso" e nessuno ha invocato la progressiva rimozione degli stimoli. Dove invece si è parlato di tapering, almeno nelle fasi iniziali dopo gli annunci della Bce, è sui mercati. Qui infatti si è creata una qualche confusione nell'interpretazione delle misure, che con il tempo sono state invece giudicate come un sostanziale proseguimento della linea espansiva.
E così l'euro ha prima mostrato una brevissima ma energica impennata fino a 1,0875 dollari, poi ha invertito la rotta ed è calato fino a 1,0602. Positiva anche la reazione delle Borse, dove in rialzi sono proseguiti, in particolare a Milano con il Ftse-Mib che ha chiuso al più 1,64 per cento e nuovi rally dei titoli bancari, che invece avevano sofferto alcune sedute or sono. In netto calo poi lo spread Btp-Bund, sotto quota 150 punti base in serata.
Parallelamente La Bce ha confermato a zero il principale tasso di rifinanziamento dell'area euro. Ha anche confermato al meno 0,40 per cento il tasso sui depositi custoditi per conto delle banche e allo 0,25 per cento il tasso sulle operazioni di rifinanziamento marginali. Le decisioni annunciate sono abbastanza in linea con le attese di mercati e analisti, che scommettevano su una proroga di 6 o 9 mesi e non escludevano un ridimensionamento del Qe. E Draghi ha precisato che la seconda opzione sul tavolo era quella di continuare solo 6 mesi a 80 miliardi al mese.
Nell'annunciare la proroga, l'istituzione ha subito chiarito che ove si rivelasse necessario, a causa di un peggioramento delle condizioni finanziaria, sarebbe pronta a riaumentare la mole del programma o a estenderne ulteriormente la durata.
Inevitabilmente poi, il banchiere centrale è stato chiamato a commentare sul recente no al referedum sulle riforme costituzionali in Italia. E ha sostanzialmente rassicurato. "In questa fase - ha detto - non vediamo rischi per l'euro" dall'incertezza politica in Italia. "Il contesto macroeconomico è migliore di 5 anni, fa quando ci stava il rischio di contagio". "Questi problemi, da affrontare con efficacia e velocità, restano confinati nei singoli paesi", ha aggiunto Draghi. Quanto alle banche, le "vulnerabilità" presenti nel sistema della Penisola "esistono da tempo, vanno gestite e sono fiducioso che il governo sa cosa fare e che verranno affrontate".
Quello delle mancate riforme però è un tema che non può essere accantonato, secondo il capo della Bce. "I Paesi che ne hanno bisogno le devono fare indipendentemente dall'incertezza politica, perché il modo migliore per gestire l'incertezza è ripristinare una crescita solida di economia e occupazione".
Ma più in generale è forse da ridimensionare l'allarmismo sulle ricadute nei mercati che ha circondato appuntamenti geopolitici recenti, come lo stesso referendum ma anche la Brexit e la vittoria di Trump negli Usa. Questi ultimi due episodi sono però ancora difficili da giudicare nelle loro ricadute sul lungo termine, ha avvertito Draghi, rilevando come peraltro il 2017 sarà denso di importanti appuntamenti elettorali.
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