IL CASO
Due alberi intralciano il Circolo
Nuovo "day center" appeso al futuro di piante secolari cresciute a pochi metri dall'ingresso dell'ex Geriatria. Sentenza in arrivo
Un albero da abbattere, anzi due. Un antico platano e un monumentale liquidambar cresciuti «in simbiosi» a pochi metri dal vecchio padiglione della Geriatria all’ospedale di Circolo, alti più di trenta metri e, forse, ammalati. Piante di pregio, la cui presenza potrebbe tuttavia costituire un ostacolo alla realizzazione del nuovo “day center” all’interno della cittadella della salute. Questo, almeno, è il timore dei dirigenti della struttura sanitaria che, nei prossimi mesi, daranno il via alla progettazione dell’edificio dopo avere ottenuto dalla Regione un finanziamento di 16 milioni e 400mila euro. L’opera è strategica per lo sviluppo delle attività cliniche del Circolo: 8mila metri quadrati di ambulatori destinati ai pazienti non ricoverati, ma anche alla senologia, alla radiologia, all’oculistica e al laboratorio analisi. L’edificio sarà realizzato sulle macerie di due padiglioni storici che saranno abbattuti: la ex Santa Maria e il palazzo già sede della Geriatria. E qui si pone il problema, affrontato (ma non risolto) venerdì 3 a Villa Tamagno in un vertice tra il sindaco Davide Galimberti, il vicesindaco Daniele Zanzi, il direttore generale dell’azienda ospedaliera Callisto Bravi e i suoi collaboratori. A tema: il destino dei due alberi, che l’ospedale vorrebbe abbattere e sostituire in futuro con nuove piantumazioni e che, invece, Palazzo Estense vorrebbe restassero ancorati al terreno dove hanno messo radici. Una condizione, questa, che imporrebbe ai progettisti di sviluppare il nuovo edificio attorno ai rami che per generazioni hanno fanno ombra ai varesini in transito tra i reparti dell’ospedale. E poco importa se la tutela «di un patrimonio naturale e arboreo molto importante in città» (come ha sostenuto Zanzi) comporterà un aumento dei costi di realizzazione. Potrebbe comunque valerne la pena, sembra essere la posizione espressa dal Comune. «Oggi - ha argomentato sempre il vicesindaco agronomo - le tecniche di costruzione potrebbero infatti consentire di conciliare l’efficienza con la tutela e la conservazione dell’ambiente e in particolare delle piante monumentali presenti».
Resta da definire lo stato di salute dei due alberi, aggrediti da funghi di grandi dimensioni e le cui condizioni potrebbero essere aggravate, nei prossimi anni, dalle attività del cantiere. Callisto Bravi, top manager della sanità varesina, ieri non ha ritirato la richiesta di abbattere platano e liquidambar e resta in attesa di una decisione ufficiale di Palazzo Estense che però - avverte - dovrà essere «sollecita».
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