LA VERTENZA
Due proposte per Mascioni
L'azienda su due fronti: Zucchi sigla l'accordo sulla cassa integrazione e si vaglia l'interesse di partner
I rappresentanti dei lavoratori lo hanno detto fin dall’inizio: la crisi della Mascioni è una conseguenza della crisi del gruppo Zucchi, l’azienda di Cuvio è sana e tecnologicamente avanzata. Ora, proprio nello stesso giorno in cui per il gruppo Zucchi si firma l’accordo per un anno di cassa integrazione straordinaria per i dipendenti in attesa del nuovo piano industriale, le parole dei sindacalisti vengono suffragate anche dai fatti. Sul piatto, infatti, ci sono ben due manifestazioni di interesse per la Mascioni. Il che significa che la ricerca di nuovi partner industriali sta dando i primi frutti e che la salvezza dell’impresa varesina è un po’ più vicina.
«Per la Mascioni si aprono speranze concrete sulla strada che noi auspicavamo - spiega Giovanni Sartini, della Cgil -. Del resto ci risulterebbe impossibile il contrario. Una azienda di quel valore non può non trovare un partner industriale».
Due le proposte pervenute al management aziendale. Una delle due sarebbe già in una fase più avanzata, con la verifica dei conti in atto.
«È evidente che si sta lavorando per garantire la continuità aziendale, secondo quanto previsto anche dalla procedura del concordato preventivo», spiega ancora Sartini. I tempi previsti dalla legge sono precisi: l’8 agosto scadono i primi due mesi entro cui si dovrebbe trovare un partner industriale. Ma, a tale data, l’azienda può chiedere una proroga di uno o due mesi che dovrebbe essere concessa senza problemi. Il che significa che si arriverà fino a ottobre. Nel frattempo, anche per i 350 dipendenti si profilano mesi relativamente tranquilli. Al momento tutti i lavoratori sono in azienda quattro giorni su cinque, con regimi differenti di flessibilità e stipendi che continuano ad arrivare sul conto corrente, anche se leggermente ridotti. Salvo imprevisti, la situazione non dovrebbe subire grosse modifiche, anche grazie a una commessa importante che proprio Zucchi ha affidato a Mascioni. Gli ordini ci sono, insomma, e il conto economico regge. Non resta che vedere se e come proseguirà la reciproca conoscenza con gli industriali che si sono fatti avanti.
Intanto, una boccata di ossigeno arriva anche per i circa mille dipendenti del gruppo Zucchi. Nella serata di martedì 30 giugno, infatti, è stato siglato l’accordo tra azienda e Cgil, Cisl e Uil per l’avvio delle procedure di cassa integrazione straordinaria per un anno, con anticipo da parte dell’azienda. È previsto un regime a rotazione, in modo da ridurre al minimo l’impatto sociale del provvedimento e, nello stesso tempo, salvaguardare i dipendenti.
«Noi stiamo proseguendo su una strada impervia - sottolinea ancora Sartini - e difficile. Ma le condizioni per il salvataggio del gruppo ci sono e noi ci crediamo perchè per storia, numero di occupati e valore tecnologico siamo di fronte a un azienda e a un patrimonio che non possiamo permetterci di perdere nei meandri della crisi economica che ci attanaglia».
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