LA STORIA
Educatrice cinofila per amore
Silvia Mirra, visual merchandising per Giunti, ha sempre avuto una costante nella sua vita, l’amore per i cani. Un amore grande, ricambiato, che un bel giorno si è trasformato in qualcosa di più, in una professione.
Silvia, com’è diventata educatrice cinofila?
«Per amore di un cane, Aramis, un cucciolo di Weimaraner che quando è entrato in casa mia aveva solo 4 mesi ma moltissimi problemi. Aramis, prima di essere salvato dalla Weimaraner Rescue Italia, viveva in un recinto senza cuccia a pane e acqua, ma non solo, il suo padrone, un cacciatore, lo aveva sottoposto a degli “allenamenti” come la vasca del fango o gli spari. Per far capire, Aramis aveva paura di tutto, dalla scopa alle luci, e non sapeva stare in compagnia di altri cani. Quando l’ho portato a casa non sapevo a che cosa andassi incontro. Con me c’era già Apple, una femmina della stessa razza, molto equilibrata di 4 anni. Giunti a casa mi sono disperata: Aramis non era mentalmente stabile. L’ho portato in diverse scuole, ma nulla, tornati a casa sbranava chiunque. Ho fatto tutti i corsi possibili, ricevuto e messo in pratica i consigli di tutti, senza risultati. Così ho deciso di fare da me e iscrivermi alla scuola del centro di Luigi Rimoldi a Mantova che mi ha insegnato come comportarmi e, allo stesso tempo, fatto diventare educatrice cinofila. Con il suo metodo il cane è come un bambino che entra in famiglia, l’uomo non è più il capobranco. Questa filosofia mi ha conquistata e cerco di applicarla nel mio lavoro».
Tutti possono essere educatori cinofili?
«Tutti dovrebbero fare un corso per avere un’infarinatura di base, così non troveremmo più persone che da lontano ti urlano di stare attenta con quel cane perché hanno paura. C’è molta ignoranza. Poi ovviamente diventare istruttori è un’altra cosa».
Come lavora?
«Sono un’educatrice cinofila a domicilio, quindi vado e lavoro direttamente a casa del cane mettendomi d’accordo sugli orari in base alla disponibilità del genitore. Molti prendono un cane senza saperne nulla e si trovano ad affrontare i problemi più disparati come la paura del suono del citofono. Ma è normale, non è un suono che in natura esiste, quindi bisogna fargli capire che invece a casa tua è la normalità».
Qual è il suo sogno?
«Mi piacerebbe aprire un asilo per cani. Quando il mio cane è stato operato, non poteva stare solo un’intera giornata ed è stato un problema. Lo puoi portare da veterinario, ma non tutti possono spendere cifre alte per una mezza giornata. Un asilo è ben diverso dalla pensione dove semplicemente soggiornano, è un nido dove il genitore può portare il suo dog quando ne ha bisogno e sa che lì non sarà solo curato, ma gli verranno fatte svolgere delle attività per stimolarlo e renderlo felice».
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