IL DIBATTIMENTO
Elicotteri e tangenti: l’India all’attacco
Il Ministero della Difesa di Nuova Delhi contro gli ex vertici di Finmeccanica: «Ripagateci il danno e fateci processare Orsi e Spagnolini»
Il Ministero della Difesa indiano, dopo aver messo a disposizione una serie di atti, alcuni ammessi altri no, nel processo milanese d’appello “bis” a carico di Giuseppe Orsi e Bruno Spagnolini, ha chiesto non solo la condanna dei due ex vertici di Finmeccanica e AgustaWestland ma anche a loro carico il risarcimento dei danni «patrimoniali e non patrimoniali da liquidarsi» in un giudizio civile per la vicenda delle presunte tangenti che sarebbero state versate a pubblici ufficiali indiani per far ottenere ad AgustaWestland, controllata di Finmeccanica (ora Leonardo), una commessa da 556 milioni di euro per dodici elicotteri.
Il legale di parte civile, l’avvocato Roberto Losengo, nel suo intervento davanti alla terza Corte d’Appello di Milano ha sottolineato la attuale «partecipazione attiva del Ministero indiano che ha messo a disposizione» in questo appello bis «gli atti dell’indagine indiana, più lenta di quella italiana ma che è arrivata a risultati consistenti».
E ciò che conta, ha aggiunto, «è che è pervenuto» dall’India - che sta indagando da circa due anni e che ora vuole processare, tra gli altri, non solo l’ex capo di Stato maggiore dell’aeronautica militare indiana Sashi Tyagi, ma anche gli stessi Orsi e Spagnolini - «un chiaro segnale di una volontà forte di perseguire gli autori del reato di corruzione che in India anzi è accompagnato anche da quello di cospirazione».
Nella scorsa udienza, infatti, la Corte aveva detto «sì» all’ingresso negli atti di una parte dei documenti messi a disposizione dalle autorità indiane e, in particolare, a quelli ritenuti «indispensabili ai fini della decisione» e «rilevanti», e no all’acquisizione, invece, di altre carte tra cui le relazioni di polizia dell’India.
Il legale del Ministero indiano ha sottolineato che «in questo processo noi abbiamo offerto il nostro contributo», da cui è emersa anche «una traccia più ampia perché i fratelli Tyagi assieme al cugino si sono comprati alcuni piani di un palazzo a Nuova Delhi» con parte del presunto prezzo della corruzione internazionale.
In mattinata, il pg Emma Gualdi nel chiedere la conferma delle condanne aveva spiegato come «AgustaWestland riceveva le fatture false da Ids Tunisia, società creata a bella posta e solo deputata a fare questo, e poi si verificava il trasferimento all’estero della provvista necessaria al pagamento corruttivo».
Anche il legale dell’Agenzia dell’Entrate, l’avvocato Gabriella Vanadia, parte civile nel processo, ha chiesto la condanna degli imputati al risarcimento dei danni e una provvisionale di 300mila euro.
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