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Epatite C, la web serie per conoscerla
Fino allo scorso anno, l’epatite C era considerata un tunnel con poche vie d’uscita. Oggi, grazie a un nuovo programma di sanità pubblica che ha aperto l’accesso a trattamenti innovativi per tutti quei pazienti ai quali viene diagnosticata, lo scenario è cambiato e la malattia è paragonabile a un viaggio con destinazione positiva. Un viaggio che ogni paziente affronta in modo diverso, con la sua storia e le sue speranze.
È questo il filo conduttore di «Epatite C Zero», una web serie in cinque episodi, sceneggiato e diretto da Valerio Di Paola. Un viaggio per raccontare quali sono i fattori di rischio dell’epatite C e per favorire un tempestivo intervento con le nuove opportunità terapeutiche.
«Epatite C Zero» è anche il nome della campagna educazionale promossa da Msd Italia in collaborazione con EpaC onlus e la supervisione scientifica della Fondazione italiana per la ricerca in epatologia (Fire).
L’epatite C è una infezione causata dal virus Hcv. Nel 60-70 per cento dei casi cronicizza e può danneggiare seriamente il fegato (cirrosi), con necessità nei casi più gravi di trapianto.
In Italia i pazienti diagnosticati sono più di 300mila , ma è difficile risalire a quanti (e sono molti) hanno contratto l’infezione da Hcv senza esserne consapevoli.
L’epatite C si trasmette per contatto con sangue infetto e per evitarla bisogna interrompere la catena del contagio: non condividere aghi, glucometri, accessori personali come rasoi, spazzolini o tagliaunghie.
Le possibilità di contagio aumentano in caso di rapporti sessuali a rischio non protetti. In una bocca sana, l’epatite C non si trasmette con i baci. L’infezione può essere diagnostica con un semplice esame del sangue.
L’infezione da Hcv si cura con successo, ma ogni paziente deve essere indirizzato verso il percorso terapeutico più adatto.
È proprio sulle differenze terapeutiche, da soggetto a soggetto, che si snoda la trama della web online www.epatiteczero.it
I protagonisti raccontano le loro storie a una giovane dottoressa. Ciascuno ha contratto l’epatite C in modo diverso. Tutti oggi hanno la prospettiva di uscirne, perché ci sono terapie adatte al singolo paziente.
«Il nostro obiettivo - fa presente Ivan Gardini, presidente di EpaC onlus - è che sempre più persone con l’epatite C siano curate e possano guarire». (g.c.s.)
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