PROCESSO D’APPELLO
«Ergastolo a Pegoraro»
Uccise il sindaco di Cardano Laura Prati e ferì il vicesindaco Iametti: il sostituto procuratore generale chiede la conferma della condanna di primo grado
Il sostituto procuratore generale di Milano Daniela Meliota ha chiesto la conferma della condanna all’ergastolo per l’ex vicecomandante della Polizia locale Giuseppe Pegoraro che, la mattina del 2 luglio 2013, sparò al sindaco di Cardano al Campo Laura Prati, morta dopo venti giorni in ospedale. Nella mattinata di mercoledì 13 aprile, davanti ai giudici della Corte d’Assise d’Appello del capoluogo lombardo, è iniziato il processo di secondo grado dopo il ricorso della difesa contro la sentenza del gup di Varese con rito abbreviato emessa un anno fa.
Pegoraro è stato condannato in primo grado per omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, per il tentato omicidio del vicesindaco Costantino Iametti e anche per altri reati, ma il giudice Giuseppe Limongelli lo ha assolto dall’accusa di tentato omicidio nei confronti dei due poliziotti intervenuti per bloccarlo. E il pg ha chiesto ai giudici (presidente Sergio Silocchi) di riformare su questo punto la sentenza e affermare “la responsabilità penale” anche per questi fatti.
Pegoraro quella mattina avrebbe agito per rancore nei confronti dell’amministrazione comunale, dopo essere stato sospeso dal servizio in seguito a una condanna per peculato. Dopo aver fatto irruzione nell’ufficio del sindaco sparò a Laura Prati, anche presidente provinciale del Pd, e al suo vice Iametti. Una volta compiuto il blitz gettò un fumogeno nella sede dello Spi-Cgil, fuggì in auto e fu arrestato dalla polizia dopo un’altra sparatoria. Prati, colpita da un aneurisma durante un intervento all’ospedale di Circolo di Varese, morì il 23 luglio 2013. Iametti, invece, riuscì a salvarsi. Un’altra udienza del processo d’appello è già fissata per il 19 aprile. Il pg nel suo intervento ha sottolineato come Pegoraro abbia agito per “vendetta”, con “premeditazione” e “lucidità”, mentre la difesa, rappresentata dal legale Maria Grazia Senaldi, sostiene, come in primo grado, che l’uomo non volesse uccidere e chiede, dunque, la riqualificazione in omicidio preterintenzionale e anche la concessione delle attenuanti generiche.
In aula anche gli interventi delle parti civili. In primo grado come risarcimenti il giudice ha riconosciuto una provvisionale totale da 423 mila euro: 400 mila euro per il marito e la figlia di Laura Prati, Giuseppe e Alessia Poliseno, 20 mila euro per l’ex vicesindaco Iametti, ferito nella sparatoria, tremila per il sindacato Spi-Cgil.
Altro servizio sulla Prealpina in edicola giovedì 14 aprile
© Riproduzione Riservata