L’INDAGINE
Estorsori e usurai: banda smantellata
Maxioperazione della Polizia di Stato di Busto Arsizio e Varese: in carcere due pluripregiudicati, Giovanni Parlapiano e Antonino Pinto
La Polizia di Stato ha eseguito nelle scorse ore tredici misure cautelari nei confronti di altrettante persone accusate di associazione per delinquere, estorsioni, usura, lesioni personali, incendi, fabbricazione e detenzione e porto di bottiglie molotov, furti in aziende, ricettazione, falsi documentali e spaccio di cocaina. A seguito di un’operazione dei poliziotti del Commissariato di Busto Arsizio e della Squadra Mobile di Varese, le indagini hanno appurato che l’organizzazione criminale, agiva prevalentemente tra basso Varesotto, alto Milanese e Comasco.
ZIO GIANNI E IL MORO
Al vertice dell’organizzazione criminale disarticolata dalle indagini della Polizia di Stato nella mattinata di oggi, giovedì 26 ottobre, c'erano Giovanni Parlapiano, detto zio Gianni e Antonino Pinto, detto il moro, due pluripregiudicati residenti tra il Milanese e il Varesotto, i quali gestivano le attività intimidatorie ed estorsive, oltre a coordinare i colpi ai danni di aziende, soprattutto nel campo dell’abbigliamento, dove ogni appartenente al gruppo criminale svolgeva una precisa funzione.
L’IMPRENDITORE VESSATO
Vittima per anni del sodalizio di malviventi, è stato un imprenditore della Valle Olona che, dopo aver ottenuto un prestito da un conoscente, si è ritrovato vittima di atti intimidatori e richieste estorsive da parte degli indagati, a cui il suo conoscente aveva affidato la riscossione del debito. Picchiato in più occasioni, con sigarette spente addosso per costringerlo a pagare, in un’occasione l’uomo è stato inseguito in auto è costretto a fermarsi in mezzo alla strada, per poi essere trascinato giù dalla macchina e selvaggiamente percosso tanto da riportare la lussazione di una spalla. Dopo l’ennesima aggressione, nel 2015, a cui ha fatto seguito l’incendio della sua attività e dell’auto della sua compagna, l’imprenditore ha deciso di sporgere denuncia alla Polizia, di fatto mettendo in moto le indagini.
INTERSSI AL 50% ANNUO
Il suo debito, con un tasso annuo del 50%, era arrivato a 250mila euro. Intercettati in auto mentre preparavano un incendio in un’altra azienda, due degli indagati parlavano di come rendere «efficace e distruttivo» il loro piano. «Bisogna portare 70, 80 litri di gasolio, prima butti tutto il gasolio, poi gli butti la benzina sopra e non lo spegni con l’acqua perché c'è l’olio».
Articolo sulla Prealpina di venerdì 27 ottobre.
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