L'OPERAZIONE
Evasione, commercialista in manette
Due anni di indagini e ricerche internazionali, alla fine la Gdf saronnese "incastra" il professionista responsabile di danni milionari all'Erario
Dopo oltre due anni di indagini, la Guardia di Finanza di Saronno ha concluso le indagini sull’evasione fiscale posta in essere da un commercialista saronnese, che in 9 anni ha creato un giro di fatture false per quasi 10 milioni di euro, consentendo una milionaria evasione fiscale alle sue società ed a numerosi clienti del suo studio di consulenza fiscale.
Le indagini, iniziate nel 2013, erano partite a seguito dell’accertamento del tenore di vita tenuto dal commercialista B.E.U., del tutto sproporzionato rispetto a quanto dichiarava al Fisco.
A fronte di numerosi viaggi in località rinomate, tornei di golf, vacanze in barca a vela, sponsorizzazioni in diverse manifestazioni automobilistiche e studio in pieno centro a Saronno, il professionista dichiarava redditi inferiori a quelli delle sue impiegate.
La Guardia di Finanza di Saronno, sotto il coordinamento della dottoressa Nadia Alessandra Calcaterra della Procura di Busto, ha scoperto una associazione a delinquere diretta dal commercialista, il quale, con la complicità di alcune fedeli collaboratrici, mediante un giro vorticoso di false fatturazioni emesse a nome delle sue società, di società inattive o coinvolte in procedure concorsuali, di cui lo stesso era tenutario delle scritture contabili, senza che gli effettivi amministratori fossero a conoscenza di tale illecito utilizzo, nonché di società di diritto inglese costituite ad hoc, ha consentito a numerosi clienti del suo studio sia una notevole evasione di imposta che la costituzione in Svizzera di fondi neri sconosciuti al fisco. Il denaro dei clienti veniva spostato su conti correnti appositamente accesi in Svizzera, a fronte di una commissione del 20 - 30% sugli importi, trattenuta dal B.E.U. ovviamente “in nero”.
Il commercialista ha, altresì, utilizzato lo stesso sistema per evitare alle sue società il pagamento delle imposte, non solo azzerando il reddito imponibile ed il debito IVA derivante dalla sua attività professionale, ma addirittura non versando le somme dovute all’Erario, come imposte, ritenute ed oneri previdenziali, compensandole con crediti IVA inesistenti.
Per i reati commessi, nel maggio 2014, il commercialista e due sue dipendenti erano già stati arrestati. A tutela del pagamento del danno arrecato all’Erario, veniva altresì eseguito dai finanzieri il sequestro di beni immobili e terreni riconducibili al commercialista, in precedenza fittiziamente intestati ad una società inglese.
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