Cinema
Faenza: il mio film sul caso Orlandi per riaprire il processo
Dal 6 ottobre "La verità sta in cielo", con Scamarcio e Scarano
Roma, 29 set. (askanews) - Roberto Faenza spera che il suo "La verità sta in cielo", nei cinema dal 6 ottobre, possa spingere a riaprire il caso di Emanuela Orlandi, la ragazza scomparsa nel 1983. "La magistratura ha chiuso le indagini perché non riteneva le prove sufficienti per andare a processo, però se si leggono le 88 pagine dell'archiviazione ci sono dentro tutti gli elementi per andare a processo" ha affermato il regista alla presentazione del film, a cui era presente anche il fratello di Emanuela, Pietro, che ha detto: "Credo che questo film sia importante, perché spero che sia visto anche da chi ha deciso di archiviare, perché ritorni sui suoi passi e si renda conto che è stato un errore".
Il caso della Orlandi ha coinvolto, in 30 anni di indagini, figure della politica, della criminalità, della finanza, dei servizi segreti, del Vaticano e della sua banca, lo Ior, ed è stato archiviato nel 2015. Nella mancanza di risposte ufficiali Faenza, con l'aiuto dei giudici e della famiglia Orlandi, ha ricostruito la vicenda, ed ha costruito un film in cui due giornaliste, Maya Sansa e Valentina Lodovini, cercano di far luce sulla vicenda, a partire dalle rivelazioni fatte da Sabrina Minardi (interpretata da Greta Scarano), ex amante di Enrico De Pedis, il boss qui interpretato da Riccardo Scamarcio. "Questo film nasce dalla convinzione che il dolore di questa famiglia debba avere una risposta" ha detto Faenza, che ha rivelato che i fratelli di De Pedis hanno già chiesto alla Rai di vedere il film (coprodotto da Rai Cinema).
Nell'ultima parte del film il regista pone l'accento su un dossier sulla vicenda secretato in Vaticano, che non è mai stato consegnato ai magistrati italiani. "Non è una cosa che mi sono inventato io, appare agli atti. - ha detto il regista - E' indubbio che il Vaticano abbia questo dossier, perché non lo tira fuori? Cosa c'è dentro?". Nel 2013 Papa Francesco ha incontrato i familiari di Emanuela Orlandi, e il regista è convinto che finalmente, sotto il suo pontificato, la verità possa uscire fuori. "Credo che Papa Francesco creda nella trasparenza, magari salterà fuori. Io sono convinto che nel giro di un mese qualcosa salterà fuori".
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