SIGILLI AI REPARTI
«Fare tutto il possibile per la Quiete»
Appello e reazioni del consigliere regionale Monti e del sindaco Galimberti dopo la chiusura di due piani della clinica
L’ufficiale giudiziario si è presentato, nella mattinata di venerdì 28 aprile, con i fabbri per mettere i sigilli alle porte della clinica “La Quiete“, finita sotto sfratto. Sono stati chiusi il secondo e il terzo piano. Nel pomeriggio e in serata, commenti e reazioni da parte del consigliere regionale della Lega, Emanuele Monti, e del sindaco di Varese, Davide Galimberti. «Scelta incomprensibile, faccio appello perché si faccia il bene di lavoratori e pazienti» è la valutazione espressa da Monti. Che aggiunge: «Decisione che appare come unilaterale e non sembrerebbe tenere conto di tutti gli sforzi che la politica e le istituzioni hanno messo in campo per salvare La Quiete. Non vorrei che quanto accaduto questa mattina mettesse in discussione sia il destino di chi è ricoverato che quello dei lavoratori». «Considerato che ci sono due offerte depositate presso il Tribunale per rilevare la clinica, forse si poteva operare in maniera differente. Rinnovo il mio appello a tutti gli attori coinvolti perché ci si possa sedere ad un tavolo e proseguire con le trattative: lo scopo – deve essere quello di giungere ad una soluzione positiva in tempi rapidi, sia per coloro che lavorano presso la struttura che per i pazienti che usufruiscono dei suoi servizi». Il sindaco Galimberti interviene sulla chiusura della clinica, affermando che «la Quiete resta una risorsa importante per Varese». «I fatti di oggi - aggiunge il primo cittadino - però devono essere l’occasione perché i possibili acquirenti si facciano definitivamente avanti per capire se ci sono le condizioni concrete per trovare finalmente una soluzione ad una situazione che in queste ore si è decisamente aggravata. Questa mattina ho voluto essere presente alla clinica per accertarmi che non ci fossero rischi per i degenti e per esprimere la mia solidarietà ai dipendenti».
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