LA CURIOSITA'
Febbre dell'oro, sul Ticino
Alla spiaggia della Melissa in scena la Coppa Italia dei cercatori del prezioso metallo
Il Ticino non è il Klondike. Ma c’è oro, a sufficienza per poter ospitare la Coppa Italia dei cercatori del prezioso metallo giallo. L’appuntamento è per domenica 7, a partire dalle 10 alla spiaggia della Melissa. Si tratta di una gara di pesca all’oro organizzata dall’associazione nazionale Oro in natura in collaborazione con la Pro loco e l’amministrazione comunale. Per il neoeletto sindaco Claudio Ventimiglia sarà il debutto ufficiale in fascia tricolore. Nel 2014, di questi tempi, Golasecca ospitò già il Campionato italiano, stavolta tocca alla Coppa Italia. Non è certo un mestiere facile quello del setacciatore assiduo del metallo pregiato. Dopo ore di lavoro con i piedi a mollo e la schiena piegata, il rischio di tornare a casa a mani vuote è sempre dietro l’angolo. Vincere significa dimostrare pazienza e una grande resistenza fisica. Proprio come i cercatori d’oro del vecchio e selvaggio West. Come spiega Giorgio Bogni, vicepresidente dell’associazione organizzatrice, sono previste due discipline. La più importante è la formula Open, a piatto libero, suddivisa in quattro categorie (uomini, donne, veterani e juniores). Le gare si svolgeranno secondo le regole della World gold panning association, con una fase di selezione al mattino che decreterà, sulla base di due prove, i migliori dieci per ogni categoria. Dalle 14 si disputeranno le finali per l’assegnazione del titolo. C’è poi una competizione con batea classica a categoria unica e si terrà prima di pranzo su due manche con somma di tempi, mentre nel pomeriggio ci sarà la finale tra i migliori qualificati. In calendario soltanto al mattino anche una speciale gara a coppie che prevede l’obbligo di utilizzo di un piatto piano e di uno classico, quello a tronco conico. L’Italia, e in particolare la Valle Padana, vanta una storia gloriosa in questo settore. I numerosi temerari che armati di setaccio e stivali trascorrono ore sulle rive del fiume alla ricerca di quelle sottili ma preziose scaglie luccicanti oggi lo fanno come passatempo e senza fini di lucro. Ma in passato già i Celti, e probabilmente prima di loro gli Etruschi, conoscevano e sfruttavano le sabbie aurifere di molti corsi d’acqua del Nord.
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