EX BORRI
Fermarla è costoso, la rotonda si fa
La delibera approvata in extremis dalla vecchia giunta vincola quella nuova
La consolazione, alla fine, è che un milione e mezzo di euro verranno messi sul piatto dal costruttore privato non solo per rifare la contestata viabilità, ma anche per sistemare e riaprire il parco posteriore all’ex calzaturificio Borri, per dotare il viale della Gloria di semafori più intelligenti di quelli (già intelligenti) attuali, per allestire un posteggio pubblico accanto al nuovo supermercato e anche per mettere in sicurezza un fabbricato e avviare il restauro della facciata del Borri stesso.
Ma tutti questi risultati positivi, figli di una convenzione appena (e definitivamente) stipulata fra il Comune e un operatore che realizzerà un centro di media distribuzione per conto della Coop, arrivano dopo una decisione sofferta ma giudicata inevitabile da parte della giunta. Specie per l’installazione di una rotatoria all’incrocio fra viale Duca d’Aosta e via Mameli.
Una rotonda che molti nella nuova squadra amministrativa avrebbero voluto depennare. E infatti molti (a partire dal sindaco Emanuele Antonelli e dall’assessore all’urbanistica Isabella Tovaglieri) hanno anche cercato di capire se e come si potesse cancellare quella soluzione poco convincente dal punto di vista estetico ma anche della sicurezza viabilistica. Ma gli approfondimenti affidati all’ufficio legale hanno dato un esito tale da rendere praticamente obbligatoria la firma. Bocciare l’impegno preso dal consiglio comunale e poi oggetto di una specifica delibera votata in extremis dalla giunta Farioli, avrebbe infatti sottoposto il municipio a una richiesta di indennizzo - per i lavori svolti e per gli accordi economici che avrebbero rischiato di saltare - da far tremare i polsi. Cifre ufficiali non trapelano, ma trattandosi di un investimento poderoso, è facile immaginare che il danno si sarebbe aggirato su parecchie centinaia di migliaia di euro, se non di più. Un pericolo a cui la giunta non ha voluto sottoporre le casse pubbliche, sapendo che gli atti ormai approvati alla scadenza del mandato scorso erano quasi vincolanti per chi è stato eletto.
D’altronde chi ha provato a esplorare la strada che portava alla riscrittura della convenzione si è reso conto che non esistevano ragioni tali da consentire di non ratificare quell’accordo senza pagarne le conseguenze. Neppure la relazione della polizia locale rispetto all’efficacia della rotonda ha dato una mano a chi voleva fermare l’intervento nella propria parte viabilistica, perché il parere positivo riservato alla soluzione prospettata ha spuntato le armi ai detrattori, togliendo altre possibilità a chi aveva in mente di mettere un ostacolo al treno in corsa.
Neppure l’assunto di una variata valutazione politica sulla vicenda avrebbe diminuito il danno che, viceversa, sarebbe stato ben maggiore nel caso di uno stop di riflessione per approfondire il tema. Insomma, tecnicamente si poteva mandare tutto a monte, ma ciò sarebbe costato tantissimo all’ente locale.
Così adesso il privato può davvero procedere. Ciò anche se sul percorso aleggiano ancora delle questioni aperte che non permettono al titolo edilizio di essere concesso in toto. Riguardano nello specifico il parere atteso dall’Arpa e quello della Soprintendenza, attualmente assenti. Potrebbe volerci un bel po’ di tempo per ottenerli e solo allora si potrà stilare un cronoprogramma realistico dei lavori. Ma di certo ormai sul progetto complessivo non si faranno passi indietro.
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