SERIE D
Ferri, ministro della difesa
Quattro vittorie e un solo gol subito nell’inizio di stagione del Varese. L’ex professionista è uno dei segreti della grande partenza biancorossa: «Ma il merito è di tutti, con questo modulo tutti devono impegnarsi a mille nel pressing»
Due turni di Coppa Italia superati, due vittorie in campionato. Totale: quattro affermazioni consecutive con un solo gol subito. Nelle pieghe dell’avvio di stagione eccellente del Varese non ci sono soltanto i centri del bomber Matteo Scapini (4) ma anche l’ermeticità difensiva. Michele Ferri, una vita da professionista alle spalle, è il leader della retroguardia biancorossa. E l’esperienza accumulata gli ha insegnato che quando non incassi gol sei già a buon punto… «Il dato è importante – sorride – e dobbiamo cercare di portarlo avanti il più possibile. Se vuoi fare bene è fondamentale subire meno possibile. I frutti che stiamo raccogliendo in questo caso sono figli di un lavoro complessivo della squadra: ormai nel calcio moderno il primo difensore è il centravanti, nel nostro caso Scapini». In effetti il Varese sta funzionando anche perché riesce a reggere un modulo offensivo come il 4-2-3-1 grazie al sacrificio in copertura degli attaccanti: «In effetti è così. Se vuoi essere spregiudicato quando hai la palla tutti devono sbattersi. I nostri esterni alti, ad esempio, devono ripiegare per dare una mano al centrocampo. Ma quando c’è il sacrificio da parte di tutti si può fare. E comunque quando vedi già l’attaccante più avanzato che si adopera nel pressing, tutti sono spronati a dare qualcosa in più. Sono segnali importanti».
Come sta Ferri? «Fisicamente posso ancora migliorare, era da tre anni che non svolgevo una preparazione completa sin da luglio. Ci vuole un po’ di tempo per entrare in forma».
L’impatto con Varese? «Sono contento, e lo dico con grande sincerità. Mi piace l’ambiente, tutto è al posto giusto, noi calciatori siamo messi nella condizione di lavorare al meglio. La società è vogliosa di fare bene, ci sono i presupposti per riuscirci. Starà a noi non fare stupidaggini».
E l’Inveruno, prossimo avversario? «È una realtà che conosco, con loro mi sono allenato sia tre anni fa sia all’inizio della passata stagione, prima di andare alla Pro Patria». Il legame di Ferri con l’Inveruno è particolare. E l’ex del Trapani svela il perché. «Il presidente, Roberto Simonini, è stato mio padrino di cresima».
Che partita sarà domenica? «Per nulla facile, questo è certo».
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