EVENTO
Festa degli alpini, il solito successo
Grande affluenza al Campo dei Fiori. Ottanta volontari al lavoro, il ricavato sarà devoluto a realtà benefiche del territorio
«Se questo è solo l’inizio…»: Antonio Verdelli, capogruppo degli Alpini di Varese, si gusta il pienone che la Festa della Montagna ha avuto domenica all’ora di pranzo, secondo giorno di apertura della tradizionale rassegna organizzata dalle penne nere. Difficile quantificare le presenze, ma dalla cucina si parla di sette paioli di polenta messi a cuocere e i 90 tavoli possono ospitare all’incirca 800 persone, senza considerare la rotazione a seconda dei differenti orari di pranzo: numeri a parte, un inizio col botto per la manifestazione del Campo dei Fiori, introdotta sabato sera dal riuscitissimo concerto jazz del Paolo Tomelleri Quartet e ravvivata ulteriormente dalla moto adunata.
«Lo sforzo organizzativo è notevole, anche perché le forze sono sempre quelle», aggiunge Verdelli: del resto, un’ottantina di volontari sono stabilmente presenti a fronte del centinaio che ruotano complessivamente per i nove giorni di festa e per i periodi di allestimento e smontaggio delle strutture. «Anche per questo è fondamentale essere sempre aperti nei confronti delle nuove energie, delle persone che condividono i nostri ideali e i nostri valori pur non avendo fatto la naja negli Alpini: senza questi contributi, la festa avrebbe chiuso da un po’», ribadisce il capogruppo, che comunque sottolinea «l’entusiasmo trasmesso dalle famiglie con i bambini e da tutte le persone che ospitiamo ogni giorno. Quando li vedo sorridenti e contenti, gli sforzi fatti sembrano più leggeri».
La Festa della Montagna non perde poi il suo carattere benefico: come al solito, i proventi verranno devoluti ad alcune associazioni del territorio. Nel 2014 i beneficiari sono stati Varese Alzheimer, Uildm, Vispe, Istituto Cav. Menotti, Avsi, Ail Varese, Polha, Villaggio Sos Morosolo, Padre Mauro dei Missionari Comboniani e le Suore della Riparazione di via Luini: quest’anno il gruppo Alpini cittadino deciderà sulla base delle richieste pervenute, anche se, presumibilmente, il momento di donazione verrà riportato in concomitanza del concerto natalizio alla Motta e non con la Befana Alpina.
Tra i volontari c’è chi è alpino da una vita e chi non lo è mai stato, pur venendo positivamente contagiato dall’atmosfera frizzante, dalle iniziative generose e dallo spirito indomito delle penne nere: è il caso di Nicoletta Macchi, che racconta di aver conosciuto «gli Alpini varesini ad Annifo di Foligno, in occasione dei soccorsi per il terremoto dell’Umbria. Da lì non me ne sono più staccata e ogni anno prendo le ferie appositamente in questo periodo per poter dare il mio contributo».
Tra cucina, pulizia ai tavoli, bar, souvenir e casse i volontari non si fermano un attimo, sorridendo sempre di fronte alle innumerevoli dosi di polenta e agli ettolitri di vino versati ai clienti: molti di questi, prima di sedersi ai tavoli, si fermano a parlare con “Il Gino”, com’è universalmente noto, impegnato nel suo angolino a intagliare legno con una maestria senza eguali. Dagli scarponi ai tradizionali cappelli con la penna nera di ogni misura, l’intagliatore lavora di coltello e di mazzuola lasciando letteralmente a bocca aperta i visitatori, soprattutto i più piccoli.
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