AMORI DI COMODO
Finte nozze, un “sì” a Marchirolo
Inchiesta da Salerno su matrimoni simulati per far ottenere a cittadini extracomunitari il permesso di soggiorno. Un caso nel Varesotto. Il sindaco Busti: «Non ne sono al corrente»
Il matrimonio era vero ma non per gli sposi che si erano scambiati il sì solo al fine di far ottenere il permesso di soggiorno al coniuge extracomunitario. L’inchiesta sulle nozze simulate è partita da Salerno risalendo fino a Marchirolo dove si sarebbe appunto registrato, negli anni scorsi, un caso. Gli inquirenti campani hanno fatto luce su un’organizzazione che combinava matrimoni di comodo tra stranieri, soprattutto di origine marocchina, e italiani, per procurare ai primi il documento di soggiorno per ricongiungimento familiare. Si trattava di nozze lampo, subito seguite da divorzi. E una di queste fiction da fiori d’arancio sarebbe dunque accaduta anche nel Varesotto. Il sindaco di Marchirolo, Dino Busti, tornato da un mese alla guida del Comune dopo dieci anni di lontananza (in precedenza era stato sindaco di lungo corso), spiega di non essere a conoscenza di nozze di comodo. «Posso dire che la comunità straniera prevalente qui è sì di origini magrebine ma ben inserita. Non posso dire nulla». Busti però, che fu sindaco anche negli anni ‘80, ricorda un precedente: «Una trentina d’anni fa mi rifiutai categoricamente di celebrare un matrimonio combinato: sotto c’erano interessi illegali. Riguardava due italiani. Non insistettero e quella fu la prova che le nozze erano simulate».
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