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Fmi: Eurozona in ripresa, ma non basta a ridurre disoccupazione
Rapporto annuale avverte: troppa poca domanda e crescita
Roma, 27 lug. (askanews) - La ripresa economica dell'area euro "si sta rafforzando", secondo il Fondo monetario internazionale, traendo beneficio dal calo dei prezzi del petrolio, dall'indebolimento dell'euro e dalla manovra di acquisti di titoli di Stato avviata dalla Bce lo scorso marzo. Ora "i rischi sulla crescita sono più equilibrati di quanto lo fossero negli anni passati, quando erano chiaramente più sbilanciati ai ribasso", afferma l'istituzione nel rapporto al termine della missione annuale nell'Unione monetaria (in base all'articolo IV dello statuto Fmi).
Tuttavia i problemi non sono finiti. Eurolandia continua innanzitutto ad accusare "una mancanza cronica di domanda" a cui si aggiungono le difficoltà di bilancio sia delle imprese che delle banche e una bassa produttività che frena investimenti e lavoro.
Secondo il Fmi "la crescita potenziale, stimata ad appena l'1 per cento sul medio termine è ben al di sotto di quello che servirebbe per ridurre la disoccupazione a livelli accettabili in molti Paesi".
Per questo, al di là della chiusura si spera positiva del caso Grecia, e delle cautele da adottare per evitare i rischi di contagio da questa vicenda, il Fmi raccomanda di agire su più versanti. Bisogna innanzitutto "rafforzare la domanda, specialmente nei paesi in surplus". Un riferimento che sembra chiaramente indicare la Germania. Va poi completato il processo di risanamento dei bilanci societari e bancari, e servono riforme strutturali per rafforzare produttività e governance economica.
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