Giappone-Sudcorea
Fondatore gigante nippo-coreano Lotte fuori dal board dopo 70 anni
Una feroce guerra in famiglia dai toni shakespeariani
Roma, 24 giu. (askanews) - Più che un cambiamento al vertice, parliamo della fine di un'epoca. Chiunque passi in Giappone o in Corea del Nord e voglia del cioccolato, è facile che compri una tavoletta della Lotte. Se vuole mangiare in un fast-food, ha a disposizione la catena Lotteria. E, se vuole fermarsi in un grande hotel a Seoul, c'è il Lotte Hotel. Dietro questi business c'è, o meglio c'era fino a oggi, lui: Takeo Shigemitsu, nato Shin Kyuk-ho, il grande imprenditore nippo-coreano che è riuscito a creare un vero e proprio impero. Eppure anche i giganti cadono: oggi i media giapponesi e sudcoreani segnalano che il 94enne patriarca della Lotte non è stato rieletto nel Consiglio d'amministrazione della sua creatura, dove siedeva dalla fondazione nel 1948.
Il "killer" è stato il suo secondo figlio Shin Dong-bin (Akio Shigemitsu), che ha scavalcato il fratello maggiore Hiroyuki (63 anni) nella successione nonostante la preferenza che il padre aveva per quest'ultimo. Un vero colpo al cuore del vecchio padre. Lo ha rivelato in una conferenza stampa rilasciata al 34mo piano del Lotte Hotel di Seoul, ripresa dal Seoul Times: "E' naturale che il mio successore dovesse essere il mio figlio maggiore anche in base alle tradizioni del Giappone e della Corea. Lui (il figlio minore, ndr.) non poteva diventare il successore e quindi ha semplicemente rubato l'azienda a me e al mio figlio maggiore".
E' una storia dai tratti shakespeariani, che colpisce un vecchio uomo appassionato di letteratura europea. Lo stesso nome Lotte, infatti, viene dalla grande tradizione letteraria del Vecchio Continente. L'allora giovane Shin, infatti, fu particolarmente impressionato dalla lettura dei "Dolori del giovane Werter" di Johann Wolfgang von Goethe e decise di utilizzare il nome di uno dei personaggi, Charlotte, per dare il nome alla sua azienda. Lotte, appunto.
La storia di Shin-Shigemitsu è una storia che s'intreccia alla vicenda di Giappone e Corea nel XX secolo. Shin nacque nel 1922 nella Corea che allora era colonia giapponese. Attorno ai 20 anni andò a studiare in Giappone. Visse quindi la guerra, la fine dell'impero nipponico, l'arrivo dei GI statunitensi, col loro cioccolato, con i loro chewing-gum. E, nel 1948, pensò proprio a lanciarsi nella produzione di questo dolciume di cui i bambini giapponesi erano diventati ghiotti guardando i soldati americani. E fece, appunto, l'America.
La Lotte è diventata così una multinazionale in grado di espandersi in decine di paesi e di diversificare i suoi business con successo. E' oggi il quinto conglomerato (chaebol) della Corea del Sud. Al centro di questo impero, delle sue strategia, lui: Takeo Shigemitsu. Questo almeno fino a un anno fa.
Era luglio dello scorso anno, quando Dong-bin (Hiroyuki), presidente del gruppo Lotte, iniziò la guerra al padre e al fratello maggiore che, dal canto loro, stavano cercando di togliergli la presidenza. Un vero sfregio in un paese come la Corea del Sud che tiene in massimo conto il concetto confuciano della pietà filiale. E soprattutto un affronto al fondatore, che non la prese affatto bene.
Il vecchio Shin rispose colpo su colpo e la guerra nella Lotte prese una piega assai sgradevole. Il figlio minore è arrivato a mettere in dubbio la capacità dell'anziano fondatore di tenere le redini e ha sostenuto che è sotto l'influenza del fratello maggiore. La lite è arrivata nei tribunali sia della Corea del Sud che del Giappone.
Cosa succederà ora? Il vecchio Shin mantiene la presidenza onoraria: quella il figlio non può sottrargliela. I giornalisti hanno provato a chiedere al patriarca se perdonerà il giovane figlio che gli ha strappato via la creatura, ha dato un esempio di signorilità: "Naturalmente - ha detto - perdonerò mio figlio".
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