Usa
Fondatore PayPal contro Gawker: mi diedero del gay, vanno fermati
Ha finanziato causa milionaria di Hulk Hogan contro sito news
New York, 27 mag. (askanews) - Il fondatore di PayPal, Peter
Thiel, è in guerra con il sito di news e gossip Gawker. Una
guerra per procura, avviata attraverso la causa miliardaria
promossa dalla star del wrestling Hulk Hogan che sta portando il
gruppo media al fallimento. Da qualche giorno infatti si è saputo
che l'imprenditore della Silicon Valley, che siede anche nel
consiglio di amministrazione di Facebook, ha finanziato
segretamente con 10 milioni di dollari la causa per diffamazione
di Hogan contro Gawker, che in primo grado è stato condannato a
pagarne 140 all'ex wrestler. Il motivo sarebbe un articolo del
2007 ("Peter Thiel is totally gay, people", "Peter Thiel è
completamente gay, gente") in cui Gawker aveva rivelato
l'omosessualità di Thiel.
Adesso, in un'intervista al New York Times, la prima dalla
comparsa delle indiscrezioni sulla stampa inizio d faccenda, il
miliardario tenta di spiegare i motivi che lo hanno spinto ad
avviare la sua guerra. "È meno una vendetta che un'operazione di
deterrenza mirata. Credo che Gawker abbia creato un modo unico e
fortemente dannoso di attrarre l'attenzione con un atteggiamento
prepotente nei confronti delle persone, anche quando non c'è
alcun interesse pubblico", ha detto.
La causa è iniziata un anno fa. Hulk Hogan ha chiesto un
risarcimento a Gawker per aver invaso la sua privacy, pubblicando
un video in cui fa sesso con la moglie di un suo amico. Di
recente un tribunale della Florida ha dato ragione al wrestler,
confermando il risarcimento per i danni a 140 milioni. Quello che
non si sapeva - e che in questi giorni è rimbalzato sui media di
tutto il mondo - è l'intervento del benefattore-Thiel, che ha un
patrimonio personale di 2,7 miliardi di dollari e che ha pagato
le spese legali di Hulk.
Per Thiel, Gawker ha "rovinato la
vita di diverse persone senza alcuna ragione". Così dopo anni di
silenzio, su consiglio di alcuni amici, ha deciso di agire. "Uno
dei miei amici mi ha detto che se non lo avessi fatto io nessuno
avrebbe potuto farlo", ha continuato nell'intervista. Thiel in
passato ha donato denaro Committee to Protect Journalists, una
non profit che si occupa di proteggere la libertà di parola e di
stampa negli Stati Uniti. "Non credo che il giornalismo
significhi violazione della privacy", ha detto, cercando di
difendersi dalle accuse di aver agito contro i principi che ha da
sempre sostenuto.
Questa mattina è arrivata la risposta di Nick Denton, fondatore e
amministratore delegato di Gawker. "Sono piuttosto impressionato.
E' una fantasia di vendetta alla "Conte di Montecristo per
miliardari" ha detto, aggiugendo di essere felice che Thiel
"finalmente sia venuto allo scoperto" e che i "i veri interessi"
dietro alla causa siano venuti alla luce. "Diventa una storia sul
potere dei miliardari, in particolare dei miliardari della
Silicon Valley" ha detto Denton. "esercitano il loro potere
dietro le scene. Penso che sia più importante che mai avere un
media indipendente che chieda loro conto".
Il collegamento con Mark Zuckerberg, il fondatore di Facebook,
che ospita Thiel nel suo cda, è immediato: dopo le polemiche
sulle presunte manipolazioni dei trending topics da parte della
piattaforma social, sulla stampa Usa sono partite le richieste a
Zuckerberg di allontanare il fondatore di Paypal dal consiglio.
Per molti media inoltre Thiel ha di fatto sferrato un attacco
alla libertà di stampa e anche nella Silicon Valley molti non
gradiscono al presa di posizione del fondatore di Paypal. Il
Financial Times in un editoriale sostiene che anche se non è
illegale finanziare una causa senza essere le persone coinvolte,
ci vorrebbe una legge più stringente per la difesa della libertà
di stampa. "La protezione della libertà di parola e di stampa non
deve essere solo applicata per interpretare la legge, ma anche a
possibili violazioni fatte da terze persone per motivi cinici. Se
i giornalisti e i direttori che hanno fatto errori non dovrebbero
farla franca, allora anche chi finanzia cause legali per dubbi
motivi non dovrebbe farla franca".
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