DOPO IL REFERENDUM
Forza Italia: «Fatevi sotto»
È partita la sfida elettorale: «La vittoria del no ha indebolito il Pd. Pronti a qualsiasi urna»
«Siamo pronti per qualsiasi sfida elettorale, a qualsiasi livello, dal Comune di Varese fino al governo nazionale». L’esito del referendum, che ha visto prevalere il no, ha ridato grande entusiasmo a Forza Italia. Il partito di Berlusconi, parlando un po’ a nome del centrodestra, annuncia infatti di non temere, anzi di auspicare le urne. Di qualsiasi tipo: amministrative, politiche. «Se a livello nazionale sono in atto discussioni sul perimetro del centrodestra, in provincia di Varese la coalizione è consolidata e consapevole ormai da tempo. E quindi, più che pronti... ». Lo hanno spiegato, nella sede azzurra di via Carrobbio, il vice coordinatore provinciale e consigliere regionale, Luca Marsico e il presidente di Agorà, Marcello Pedroni. Punto di partenza, ovviamente, il successo di domenica, il successo del no alla riforma costituzionale proposta da Matteo Renzi. «Il popolo sovrano si è espresso in maniera inequivocabile e al di là di ogni nostra più rosea previsione». Però, il premier dimissionario, Renzi, può rivendicare un 40% di consensi e di fiducia... Marsico e Pedroni dissentono: «Eccessivo, in quella quota c’è un po’ di tutto e andrebbe ascritta inoltre ai transfughi di altri partiti». I forzisti esaltano quindi «il dato straordinario dell’affluenza» che «riporta a pieno titolo il popolo nell’agone politico». Tornando a livello locale, la vittoria del no, pur con margini più modesti rispetto all’esito nazionale, è letta come «un forte indebolimento della compagine di centrosinistra». «Qui in provincia di Varese sono passati tutti i big del governo, da Renzi ai ministri Boschi, Orlandoe Martina, a testimonianza di quanto contassero su questo territorio. Ma il risultato è stato chiaro a favore del no, così come il sentimento che vede Renzi inviso alla gente». La radiografia del voto ha fatto emergere però una migliore propensione al sì, quindi alle ragioni della riforma e di Renzi, nei grandi centri e nei comuni più agiati. Marsico conferma e non lo interpreta come un limite: «Dove c’è la pancia piena, va tutto bene. Ma nelle periferie, tra le persone che sentono maggiormente il peso dell’incapacità e delle scelte politiche sbagliate di questo governo, l’indicazione è stata schiacciante. Il popolo non vuole cambiare la Costituzione ma sbarazzarsi di Renzi». Risalendo a livello nazionale, Forza Italia è favorevole ad una regolamentazione attraverso legge delle primarie. «È un’esigenza, quelle fatte dal Pd, con tutte le distorsioni che hanno evidenziato, non possono certo essere l’esempio da seguire. Del resto, la selezione della classe politica è ormai necessaria». L’incertezza del momento andrebbe quindi superata, secondo gli azzurri, «trovando tutti insieme un sistema», con una «costituente che fissi le regole del gioco». «E tra le questioni da affrontare c’è anche il vincolo di mandato: non è possibile che ci siano 300 parlamentari che abbiano cambiato casacca, non è coerente col mandato ricevuto dagli elettori».
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