Francia
Francia, pugno duro di Hollande e Valls, ma protesta non arretra
Sbloccati depositi di carburante, ma sei raffinerie non funzionano
Parigi, 27 mag. (askanews) - Da un lato il governo che promette di tenere duro, dall'altro sindacati e manifestanti che non arretrano di un passo. In Francia il conflitto sociale che ruota attorno alla riforma del codice del lavoro si aggrava giorno dopo giorno, mentre si avvicina l'appuntamento con gli Europei di calcio. Dal Giappone, dove si trova per il G7, il presidente francese François Hollande ha ribadito la sua volontà di "tener duro" di fronte alle proteste e ha fatto sponda al suo primo ministro Manuel Valls sottolineando la bontà della riforma. Il capo di stato ha convocato per domattina all'Eliseo, appena rientrato dal Giappone, una riunione straordinaria con il primo ministro, e i ministri degli Interni, dei Trasporti e del Lavoro.
Il testo di riforma del lavoro, che divide la stessa maggioranza socialista, ha scatenato l'opposizione di sindacati e lavoratori: dopo le manifestazioni di ieri in tutta la Francia, 300.000 partecipanti secondo gli organizzatori, circa la metà secondo la polizia, le otto sigle sindacali che si oppongono alla legge, giudicata troppo liberale, hanno lanciato oggi un appello a "proseguire e amplificare" la mobilitazione.
"Valls dimettiti" e "No alla legge sul lavoro" hanno scandito anche oggi i manifestanti, pugno alzato, che bloccavano il deposito petrolifero di Donges, il secondo del Paese, prima che le forze dell'ordine li costringessero ad evacuare. Oggi una quindicina di depositi di carburante sono stati sbloccati senza grossi incidenti da parte della polizia, rendendo praticamente agibile ormai l'accesso a tutti quelli presenti sul territorio. Ne resta solo uno in sciopero, nella regione parigina. "Globalmente la situazione migliora un po' ovunque", ha fatto sapere il ministero dei Trasporti. Sei delle otto raffinerie, comunque, operano a regime ridotto o sono ferme. Nel frattempo l'Ente dell'aviazione civile ha invitato per precauzione tutti gli operatori di linee aeree a fare il pieno di carburante all'estero.
Iniziato ormai quasi tre mesi fa, il movimento di protesta si è inasprito negli ultimi giorni, con il blocco dei porti, delle raffinerie e dei depositi di carburante. E Ieri Philippe Martinez, segretario generale della prima organizzazione di lavoratori francese, la Cgt, aveva anticipato: "Siamo determinati. Promettiamo che se il governo non ritira il suo progetto, se i lavoratori non sono d'accordo, le mobilitazioni continueranno e si estenderanno".
Il primo ministro Valls si trova ormai in un vicolo cieco, dopo aver rifiutato di fare passi indietro per non "snaturare" la legge, ma con gli Europei di calcio alle porte. E secondo l'ulitmo sondaggio sei francesi su dieci sono convinti che dovrà fare retromarcia e cambiare il testo. La settimana prossima è tutto il settore dei trasporti a minacciare lo sciopero, con preavvisi della SNCF, della metro parigina e nel trasporto aereo con potenziali effetti disastrosi con l'arrivo di migliaia di tifosi. Alberghi e ristoranti già hanno lanciato l'allarme di fronte alle prime cancellazioni importanti di prenotazioni.
La prossima mobilitazione a livello nazionale, ultimo passo prima della convocazione di uno sciopero generale, è stata fissata a Parigi per il 14 giugno, proprio quando il torneo di calcio, che inzia il 10 giugno e si conclude il 10 luglio, sarà in pieno svolgimento.
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