Mostra omaggio a Varese
Frattini: 60 anni d'arte e luce
«Era il 1955 quando dipingevo il mio primo quadro: la rotonda di Masnago prima che costruissero gli spalti dello stadio Ossola, sullo sfondo il Sacro Monte e il Campo dei Fiori». Non sembra un Vittore Frattini, eppure tutto è iniziato da lì. E proprio in quel luogo tanti anni dopo, nel 2001, Frattini avrebbe installato il «Monumento a Giovanni Borghi» che tutti conosciamo. Come un cerchio che si chiude e racconta una bella pagina fatta di persone che hanno costruito Varese (l’altro segno indelebile dell’artista nel territorio è la «Grande V per Malpensa», dal 2002 davanti all’aeroporto).
Da 1955 sono trascorsi sessant’anni pieni di eventi, a partire dalla prima mostra al Casinò di Sanremo nel 1957, dedicata al paesaggio prealpino: «Andavo con Leo Spaventa Filippi a dipingere in Valganna, ci mettevamo uno di fianco all’altro con i nostri cavalletti. Quando mi chiamarono a Sanremo non ci credevo: prima di me c’era una mostra di De Pisis». Un percorso, con apici come il 1965, quando Frattini fu ricevuto alla Casa Bianca dal presidente Johnson, che la raffinata galleria di Antonella Piccardi e Italo Magnaguagno racconta con 40 opere della collezione personale dell’artista e un bel catalogo.
Tra i primissimi lavori si nota già la vena sperimentatrice di Frattini: tele scure in cui come bagliori compaiono i colori culminati poi nei «Lumen» e nei meravigliosi cristalli iridiscenti. «Allora avevo 18 anni, ero uno studente e vivevo a Milano, in uno studio buio, vedevo grigio come tutti i giovani. Poi sono arrivati i colori. Il primo Fulmine l’ho dipinto nel 1956 e l’ho dedicato a mia madre: ora è al castello di Masnago». Frattini prosegue: «Nella vita sono stato fortunato, come dice Philippe Daverio. Ho vissuto gli anni di Pollock e Apollinaire. Ricordo quando nel 1957 Flaminio Bertoni invitò a Parigi me e mio padre Angelo (lo scultore a cui ora è dedicato il Liceo artistico varesino, ndr) e ce ne andammo in giro per la città con la C8 che si alzava e si abbassava. Che esperienza».
A dominare la seconda sala è il «Cristo deriso», quadro mai esposto in Italia con cui Frattini partecipò alla mostra alla Georgetown University di Washington, organizzata da Giuseppe Panza nel 1959. Che anni: Piero Chiara scriveva e Frattini dipingeva il «Minipocket» di cui sono in mostra i disegni. Che emozioni, nella vita di questo signore minuto, gentile e discreto che ha scritto una pagina così luminosa nella storia di Varese. E che ancora, a 78 anni, tre figli e un nipotino, ha la capacità di dare energia, fiducia e serenità. Perché se un’opera è bella è anche buona.
«Vittore Frattini. Una vita per l’arte» - A Varese, Arteidea, via Veratti 28, mercoledi 15-19, da giovedi a sabato 10-13 e 15-19, domenica 8,15 e 22 novembre 10-13 e 15-19, 0332.232224.
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