L’ALLARME
Frontalieri a rischio stangata
Slitta al 2018 l’accordo fiscale italosvizzero. Sebastiani: «Unico alleato il divieto della doppia tassazione»
Sembra ormai scontato che il nuovo accordo fiscale fra Italia e Svizzera, se mai verrà firmato, sarà rinviato a dopo le elezioni politiche italiane in programma fra l’inverno e la primavera del prossimo anno.
Nonostante quella che sembra ormai una certezza, vale a dire il rinvio, sull’argomento l’associazione frontalieri Ticino non molla il colpo e cerca di sottolineare, ancora una volta, come la firma porterà a un impoverimento della fascia di confine e dei lavoratori italiani, che dovranno subire la “voracità” della tassazione italiana.
A meno che, non intervenga il diritto internazionale a “salvare” i frontalieri.
Andando con ordine, in tal senso, il presidente Eros Sebastiani prende come fonte i lavoratori italiani in Svizzera residenti oltre la fascia dei 20 chilometri, dentro i quali si entra nel regime fiscale agevolato dei frontalieri.
«Qualcuno sostiene - dice Sebastiani - che un frontaliere con un reddito da 30mila a 50mila franchi, avrà una tassazione di soli 3.500 euro l’anno di tasse in più. È l’ennesima castroneria perché, secondo quanto avviene ora coi lavoratori fuori fascia, un frontaliere col reddito di 38mila franchi annui, per esempio, pagherà invece oltre 10mila euro di tasse aggiuntive in Italia. Mentre con 50mila franchi questa curva aumenta fino a 17mila euro».
Sebastiani non crede nemmeno più di tanto al sistema delle detrazioni che permetterebbero di assorbire meglio l’urto.
«Detrazioni? Vorrei capire chi conosce i dettagli di questa possibilità. Noi non sappiamo nemmeno che Governo avremo fra sei mesi, come fanno certe persone a conoscere l’ammontare delle detrazioni per filo e per segno? Mi sembra impossibile».
Da ultimo il presidente della realtà associativa in rappresentanza dei lavoratori italiani pendolari col Canton Ticino mette in guardia lo stesso Stato italiano sul rischio di forzare la mano sull’accordo.
«La legge internazionale - conclude Sebastiani - sostiene che è vietata la tassazione di due Paesi sullo stesso reddito. Se quindi ci sarà un’imposizione ordinaria in Svizzera, l’Italia non potrà più tassare quella somma. Il diritto internazionale potrebbe bloccare tutto, con perdite vicine ai 400 milioni di euro l’anno per lo Stato italiano.
Roma, insomma, dovrà pensarci bene prima di rischiare così tanto».
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