L'ALLARME
Frontalieri, giallo spese mediche
Una circolare ministeriale prescriverebbe il pagamento che fino ad oggi è escluso. I dubbi dei sindacati, interrogazione in Parlamento
È giallo attorno alla Circolare del Ministero della Salute inviata nelle settimane scorse agli assessorati regionali alla Sanità che obbligherebbe i frontalieri italiani a pagare le spese sanitarie, fino ad oggi gratuite con un’assicurazione da 1.500 a 2.700 euro all’anno.
Sostanzialmente a essere certi di ciò sono il sindacato svizzero Ocst, uno dei massimi esperti della materia come come Eros Sebastiani e il patronato Inas, oltre a tutti i media elvetici. Ha invece dei dubbi la Cgil che ha scritto al ministero per avere delucidazioni. Carlo Parietti, responsabile nazionale Cgil dei lavoratori frontalieri, ha parlato di «notizie allarmanti, che interpretano in modo a nostro parere distorto quanto contenuto nella circolare in merito al diritto di opzione. Allo stato attuale i lavoratori italiani frontalieri con permesso G in Svizzera, al momento dell’assunzione possono optare per usufruire del Servizio sanitario nazionale senza alcun costo diretto, in alternativa devono assicurarsi privatamente in Svizzera. La circolare non sembra apportare alcun cambiamento immediato al sistema pregresso». Ed ecco la richiesta di delucidazioni: «Vorremmo da parte vostra una conferma e un chiarimento in merito, allo scopo di evitare distorsioni interpretative e allarmismi».
La domanda è chiara. Il chiarimento? Tutt’altro. Lo riportiamo integralmente anche se sembra scritto “in arabo”: «Le indicazioni contenute nella nota dell’Ufficio – scrive Sergio Acquaviva del Ministero della Salute - sono state portate a conoscenza dell’amministrazione finanziaria in diverse occasioni e mai oggetto di osservazioni. Confermiamo tuttavia la nostra adesione alle competenti indicazioni che dovessero pervenire dall’amministrazione delle finanze al riguardo, fermo restando che l’ufficio, si precisa, non ha mai posto in discussione l’esercizio del diritto d’opzione riconosciuto ai lavoratori frontalieri occupati in Svizzera ma ha solo richiamato, come atto dovuto, l’esigenza di applicazione dell’art. 32 del Regolamento 987/2009, norma non prevista i nei cessati regolamenti (1408/71 e 574/72 ), vigenti alla data di prima applicazione del diritto d’opzione in questione».
Una risposta-non risposta a cui il sindacato ha ribadito, replicando la domanda iniziale. Si vedrà. Probabilmente, come spesso accade in politica, l’interpretazione “allarmistica” è quella giusta ma, dopo l’esplosione del pandemonio, a Roma si lascia la porta aperta per tornare indietro. In tal senso i parlamentari leghisti Nicola Molteni, il varesino Stefano Candiani e Jonny Crosio presenteranno un’interrogazione urgente. Almeno loro otterranno una risposta chiara?
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